È in serate come questa, dove l’aria taglia i
fianchi; è in nottate come queste che i pensieri diventano il pensiero.
È in momenti come questi dove
seduto nello slancio vacillo in un’insensata fantasia, nel ricordo di tempi più
vivi, da vivo posso immaginare Jennifer.
È in serate come queste dove
accarezzo i muri di un cesso ben conosciuto, dita nervose sfiorano piastrelle
umide. È qui che appoggio il ricordo di Jennifer, la vedo in quest’inquadratura
appannata da aliti caldi. Per me nacque qui, divenne adolescente già donna in questo buco, specchiandosi in vetri
azzurri scheggiati come i suoi occhi. È qui che gioco ancora a saltare mentendo
al volo, parlando di una vita mai apprezzata correndo.
Seduto nel bagno dal colore nero
sporco di bianco, carta agli angoli, sono altre immagini che scendono da
capelli lunghi e lisci, biondi e macchiati da tinte scadenti, ma Jenny le
adoperava in momenti di noia. Ora la voglio ricordare in maglioni di lana grigi
di piccole taglie avvolta in sorrisi scritti per essere memorizzati, in memorie
che volano come parole futili.
Lei dorme sempre nella sua cameretta che è a
poche pareti da questo bagno buio.
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