giovedì 26 gennaio 2017

FEDERICA NON PARLA (rubrica)

Federica non parla. 
Me ne sono accorto la prima volta la sera del compleanno di Silvia. 
Quella sera ho pensato che era solo un modo per tenersi fuori dai nostri soliti discorsi familiari. 
Ma ora so che c'è qualcosa che non riesco a capire.
Tace e ci guarda dall'alto della sua indecisione per noi incomprensibile.
Quando le domando qualcosa, trova sempre la risposta più breve.
In modo che nessuno le possa dire nulla.
Anche Marta è preoccupata. 
Quando siamo a tavola, aspettiamo con ansia una sua frase, facciamo di tutto per incoraggiarla a parlare.
Anche se dice una sciocchezza, l'accogliamo come una grande verità. Ieri le ho chiesto direttamente la ragione del suo silenzio.
Mi ha risposto che semplicemente ogni volta che inizia una frase, le viene voglia di tornare indietro.
Mi ha chiesto se poteva scrivermi dei biglietti la sera. 
Mi sono ricordato che lo faceva anche da bambina.
Ha detto che scrivendo si parla senza essere interrotti.
Forse non dobbiamo preoccuparci.
Passerà.



Ha dato l'esame.
Ha avuto trenta.
Legge, scrive.
Fa una vita normale.
Non scrivo i miei pensieri da diciannove anni.
L'età di Federica.


tratto da: Le pagine strappate (di C. Comencini)


(dalla rubrica: Il giusto degli altri)


giovedì 19 gennaio 2017

CITAZIONE 068 (rubrica)



Sono solo un essere umano,
sono solo, sono solo,
sono solo un essere umano.
Forse sono stupido,
forse sono cieco
a pensare che posso guardare oltre a questo
e vedere cosa c’è dietro,

non ho alcun modo di dimostrarlo,
quindi forse sono cieco
ma dopotutto sono solo un essere umano,
dopotutto sono solo un essere umano,
non scaricare le tue colpe su di me
non scaricare le tue colpe su di me.

Dai un’occhiata allo specchio
e cosa vedi
lo vedi più chiaramente,
o sei stato ingannato in quello che credi
perché dopotutto sono solo un essere umano,
tu dopotutto sei solo un essere umano,
non scaricare le tue colpe su di me
non scaricare le tue colpe su di me.

Alcune persone hanno problemi veri,
alcune persone sfortunate,
alcune persone pensano che io possa risolvere.
Signore dei cieli
dopotutto sono solo un essere umano,
dopotutto sono solo un essere umano,
non scaricare le tue colpe su di me
non scaricare le tue colpe su di me.

Non chiedere la mia opinione,
non chiedermi di mentire
poi chiedere perdono per farti piangere, farti piangere
perché dopotutto sono solo un essere umano,
dopotutto sono solo un essere umano,
non scaricare le tue colpe su di me
non scaricare la colpa su di me.

Alcune persone hanno problemi veri,
alcune persone sfortunate,
alcune persone pensano che io possa risolvere.
Signore dei cieli
dopotutto sono solo un essere umano,
dopotutto sono solo un essere umano,
non scaricare le tue colpe su di me
non scaricare le tue colpe su di me.

Sono solo un essere umano,
faccio errori,
sono solo un essere umano,
questo è tutto quello che serve
per scaricare la colpa su di me,
non scaricare la colpa su di me.
Non sono un profeta o un messia,
dovrei andare a cercare qualche posto più elevato,
dopotutto sono solo un essere umano,
dopotutto sono solo un essere umano,
non scaricare la colpa su di me
non scaricare la colpa su di me.
Sono solo un essere umano,
faccio quello che posso,
sono solo un uomo,
faccio quello che posso,
non scaricare la colpa su di me
non scaricare le tue colpe su di me.


cantante: Rag'n'Bone Man

(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

mercoledì 11 gennaio 2017

SONO QUINDICI PAGINE

Sono quindici pagine.




Ho trascritto e letto tutte le quindici pagine.
Già, al momento sono diventate quindici quelle pagine.
Le ho rilette, aggiustate, smussate, incorniciate, impreziosite con grassetto e sottolineato.
Proprio così e così.
A ogni modifica cliccavo su salva.
Poi ho letto nuovamente facendo scorrere più velocemente le pagine.
Poi altra lettura, più lenta, più attenta.
Sono andato a stamparle e rilegarle.

Adesso sono diventate carta. 
Carta appoggiata sul tavolo e presto verrà depositata nel comodino.
Quelle pagine ci raccontano meglio di tutti i nostri punti di vista. Hanno un loro profumo e una loro precisa identità. Si sono formate perlopiù dal tramonto all'alba. Sono state scritte a volte con foga, altre con delicatezza; sono state impugnate con rabbia, altre con tenerezza.
Sai, sono così emozionato di averle in bella copia, di non dover accendere il pc per leggerle e leggerci.
C'è un particolare che mi piace parecchio: non c'è bisogno di leggere tra le righe. 
Non ce n'è il bisogno perché è tutto così limpido e pulito che ogni parola evoca un momento, ogni frase suscita un pensiero che rimane lì, indelebile, dondolandosi nell'aria appena respirata.
Non ci sono sbuffi né smorfie.
C'è solo una parte di anno che si è concluso.
Oggi ho letto tutte le quindici pagine.
Sì, sono diventate quindici. Numero dispari, come noi.
Sono ben rilegate: spirale bianca e fondo nero.
Sono diventate una bellissima copia. E noi, lì dentro, una bellissima coppia.
Tengo stretta l'originale, che leggeremo insieme.


L. Lama

domenica 8 gennaio 2017

VIDEO AMATORIALI, PELLICOLE UNDERGROUND (rubrica)

Video amatoriali, pellicole underground, audiovisivi, cortometraggi sperimentali... Nel corso di tanti viaggi compiuti in Europa e in Asia, mi è capitato più volte di imbattermi in film fuori commercio, destinati solo a un pubblico ristretto e quindi invisibili nel normale circuito di distribuzione. 
Sono film che non sono mai andato a vedere di proposito, con l'intento di realizzare una qualche ricerca sul cinema, ma che in modo imprevisto e spesso casuale mi sono finiti sotto gli occhi durante i miei spostamenti fra una parte e l'altra dell'Occidente e dell'Oriente. 
Di questi film, di conseguenza, non ho conservato una documentazione precisa, ma unicamente una serie di ricordi più o meno frammentari.



Dovendo realizzare articoli di viaggio per le riviste che mi avevano inviato in questo o in quel luogo, ero già abbastanza impegnato a raccogliere informazioni tutto il giorno, perché mi venisse voglia di prendere ulteriori appunti anche riguardo a simili film: allorché mi capitava di vederli, finivo per considerarli come un fuori programma, estraneo all'argomento degli articoli che mi erano stati commissionati. 
E di conseguenza non vi facevo caso più di tanto. 
Certo, sul momento assistevo anche con molto interesse alla proiezione, poi però - gravato com'ero dal profluvio di tutte le altre notizie che durante il viaggio mi toccava registrare e riordinare - non ci pensavo più, la cosa sembrava uscirmi subito di mente.


tratto da: Cineteca Eurasia ( di G. Comolli)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)