martedì 23 aprile 2019

MA ERA TUTTO COSÌ INCERTO (rubrica)

Ma era tutto così incerto, così disadorno - era come ascoltare uno di quei tizi mai sentiti nominare che a una festa di paese, all'ora di pranzo, salgono sul palcoscenico.





In realtà la musica non c'era ancora, lì dentro, niente violini, niente chitarre elettriche, niente ritmo, niente della trama o dei particolari che anche dopo tanto tempo erano fonte di sorprese.

E nemmeno c'era rabbia, nemmeno c'era dolore.
Se fosse stata ancora un'insegnante avrebbe fatto ascoltare i due album l'un o dopo l'altro ai ragazzi del sesto anno perché capissero che l'arte era finzione.
Era chiaro che Tucker Crowe, quando aveva scritto Juliet, soffriva, ma mica poteva entrare in uno studio di registrazione e mettersi a urlare.
Sarebbe sembrato matto e patetico.
Per infilare la rabbia in quelle canzoni aderenti, doveva calmarla, domarla e darle forma.
Poi doveva abbellirla perché sembrasse di più a se stessa.
  Juliet, Naked mostrava quanto era bravo Tucker Crowe, pensò Annie, quanto era geniale; ma solo grazie a tutto quel che mancava, non a quanto effettivamente c'era da sentire.



tratto da: Tutta un'altra musica (di Nick Hornby)



(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

lunedì 15 aprile 2019

È CHE MI SEMBRAVA UN'INTERVISTA

È che mi sembrava un’intervista, ecco, l’ho detto.



E allora cosa ci stiamo a fare lì, in quello spazio se poi non ti accomodi; 
se metti il piede per non far chiudere la porta.
Oh, magari mi sbaglio, eh.

È che mi pareva un monologo e, come dire, le mie parole le conosco. 
Sono a conoscenza di quello che penso e di quello che sto per dire. Per cui, non ho nessun interesse a risentire e rileggere le mie banalissime/preziosissime frasi.
E allora cos'è tutto questo strambo inizio? 
Sai che c’è, che mi pare la coda. 
Mi pare un finale.

È che non mi sembrava un dialogo, ecco, l’ho scritto.

Sai la verità: 
capisco benissimo tutti questi scudi e barriere -e tutto ciò probabilmente è conseguenza. Comprendo quella posa di solo ascolto. Vediamo due scenografie diverse, ci sta.
E allora cosa ci sto a fare, lì, con microfono e taccuino? Nulla. Converrai con me.

Ad ogni modo, ci sono dinamiche decisamente più importanti da pensare, per cui, tant'è.


Luca L.

martedì 9 aprile 2019

CITAZIONE 109 (rubrica)



Non avere paura
perché quando sarò solo
starò meglio di quanto sia mai stato prima.

Ho questa vita,
andrò in giro per crescere,
chi io fossi prima
non riesco a ricordarlo.

Le lunghe notti mi permettono di sentire,
sto cadendo, sto candendo,
le luci si spengono,
fammi sentire.

Sto cadendo,
sto cadendo in sicurezza al suolo.

Prenderò quest'anima che ora è dentro di me
come se fosse un nuovo amico
che conoscerò per sempre.

Ho questa vita
e i desideri da mostrare,
starò sempre meglio di prima.

Le lunghe notti mi permettono di sentire,
sto cadendo, sto candendo,
le luci si spengono,
fammi sentire.

Sto cadendo,
sto cadendo in sicurezza al suolo.


cantante: Eddie Vedder

(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

martedì 2 aprile 2019

TU A CHI SOMIGLI? (rubrica)

Tu a chi somigli?
Tu somigli ad un altro o è l'altro che somiglia a te?
Sono io, o quello vero mi guarda
ironico dal fondo dello specchio
o da una calma acqua.




E i pensieri si somigliano?
Non sono in fondo sempre le stesse
variazioni di un vecchio pensiero?
Il primo amore è il più grande
tutti gli altri lo mimano
tutti i bambini sono ugualmente belli
i libri sono in fondo tutte fiabe
tutti i film sono western
tutti i quadri sono fotografie
le fotografie sono quadri
tutti non capiscono la mia arte
c'erano tutti alla prima?
Tutti quelli che contano
tutti gli inverni i folletti
raccolgono la neve
che cadrà l'anno dopo
sempre uguale il verso della tortora
il nuovo gatto si siede sul cuscino
dove viveva il vecchio gatto
tutte le lapidi da lontano
sono pietre uguali tra loro
allora perché tra la folla
io cerco solo un viso
tra tutte le voci una sola
e nell'orchestra la sola
nota sbagliata di un arco?

Poi, per tutti viene la morte e come si presenta?
E come si presenta?
Piacere, ti dice. Io sono
la differenza.


tratto da: Di tutte le ricchezze (di Stefano Benni)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)