La città è quella che è. Casa propria è quella che è. La notte insonne è così anche lei. Il lavoro figuriamoci: più che odiarlo si odiano i posti dove si va a farlo per qualche tempo. E i posti dove si lavora male sono il posto degno per fare ciò che è ora di fare.
Anche lui è quello che è e – anche se fa fatica a dormire – deve scendere le scale con prudenza, perché giustiziarsi sul portone sarebbe davvero imperdonabile. Oltre che già sentito.
Ma oltre il portone c’è una bici.
Collegata alla bici c’è una catena.
E l’immagine di lei che della bici è proprietaria.
In una città dove più di una faccia in strada non ha un bel colore, lui non aspetta la pioggia ma lei.
Nel frat-time, vende case. E fa un salto da Johnny il Rancido.
Un forte boato fa tremare la finestra. L’ora notturna continua a produrre echi, il botto è stato violento, ravvicinato.
Un negozio brucia, la strada è illuminata dalle sirene che, incessanti, arrivano a frotte. Lentamente i balconi si popolano di curiosi.
http://www.edizionidelgattaccio.it/eg-alpuntochedisturbi-hp.html
IL LIBRO: ABBIAMO FATTO TRENTA (poesia)
Un viaggio nell'istante e nella solitudine, la capacità
antica e dimenticata di scorgere passi altrui dietro gli spigoli e i
sentimenti.
Gli oggetti lasciati, i gemiti della notte, un livido
nascosto da più di una bugia. Un poeta del coraggio ma ancora seduto - da
secoli - vicino alla prima domanda, ammanettato dai suoi precisi crimini. Così
distante da lei che le ginocchia si premevano appena.
Per essere più felice devo solo stare più attento.
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