giovedì 29 settembre 2016

CITAZIONE 064 (rubrica)



Siccome tu sei stella
languida e distante,
misurerò l'abbraccio che tutti ci contiene
e contiene l'universo.

E tutte le distanze,
tutte le distanze piccole saranno,
tutte le distanze, tutte le distanze
piccole saranno.

Siccome tu sei bella
progetto la conquista di una città spaziale
nel moto circolare delle tue carezze.

E tutte le distanze,
tutte le distanze piccole saranno,
tutte le distanze, tutte le distanze
piccole saranno.

Davvero capisci la lingua segreta che parlo?
Sublimi sciocchezze,
la rivoluzione sta arrivando.
Davvero capisci la forma segreta del mondo?
Sublimi sciocchezze, la rivoluzione sta arrivando,
sta arrivando.

Siccome io sono pietra e tu sei una montagna,
nient'altro posso fare che rotolare,
continuare a rotolare.

E tutte le distanze,
tutte le distanze piccole saranno,
tutte le distanze, tutte le distanze
piccole saranno, piccole saranno, piccole saranno,
piccole saranno, piccole saranno, piccole saranno.

cantante: Diego Mancino
(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)





venerdì 23 settembre 2016

COME BANCHI DI GHIACCIO (1 di 2)



Spettacolo teatrale: 
COME BANCHI DI GHIACCIO

Con: Laura Tombini, Jacopo Odoni, Nicoletta Marrini, Francesco Lombardo e Marta Shafik
Coreografia: Marta Shafik
Diretto da: Francesco Bittasi


Stiamo scivolando via come banchi di ghiaccio.
Farai meglio a farmi stare meglio.

Nessuno mi chiede di ballare perché so solo agitarmi, è sempre come stessi annegando: le mie braccia, morte, attorno a lui.
Preferirei restare ferma, restare saldamente aggrappata al muro, senza preoccupazione.

Non cerco rimpiazzi ma sembriamo strumenti spezzati, contorti, ad ansimare le note sbagliate. E tu dici che i nostri litigi sono assurdi, litighiamo per il modo in cui ci siamo detti qualcosa.
E io resto qua, come una minaccia da quattro soldi.
E io mi sono sentita come un brutto ricordo, come se la mia spina dorsale ti ricordasse quella di lei. 

Il cuore mi pesava a restare lì stesa, in silenzio.

Quanto volevo una tua promessa. E allora ho cercato di dimenticare dormendo. 
Sono troppo ubriaca per litigare.

Be', allora fai crescere tutto quello hai bisogno cresca nella mia spina dorsale e poi prenditi quello che devi prenderti; ciò che è tuo, è mio. 
Io resterò qua, fonte di quella puntura costante chiamata amore.
Prosciuga da me tutto ciò che hai bisogno di prosciugare.

Mi do un nome ed è quello di un luogo fantastico.







(testo tratto da: Daughter - Elena Tonra)
https://traducocanzoni.wordpress.com/category/traduzioni/daughter-traduzioni/



mercoledì 14 settembre 2016

OTTENNI L'INCARICO - NATURALMENTE (rubrica)

"Ottenni l'incarico - naturalmente; e lo ottenni molto in fretta.




A quanto pare, la Compagnia aveva appena avuto notizia che uno dei suoi capitani era stato ucciso durante una zuffa con certi indigeni. 
Era la mia occasione e mi rese ancor più ansioso di partire. 
Solo molti mesi dopo, quando tentai di recuperare ciò che restava del suo corpo, venni a sapere che la lite era sorta per un malinteso riguardante delle galline. 
Sì, due galline nere. 
Fresleven - era così che si chiamava quell'uomo, un danese - pensò di essere stato imbrogliato nell'affare e, sceso a terra, si mise a picchiare il capo del villaggio con un bastone. 
Oh, non mi sorprese per niente sentire queste cose e apprendere nello stesso tempo che Fresleven era l'essere più mite e tranquillo che avesse mai camminato su due gambe. 
Non dubito che lo fosse; solo che già da un paio d'anni era laggiù a battersi per la nobile causa, capite, e probabilmente aveva sentito il bisogno di affermare in qualche modo la propria dignità.



tratto da: Cuore di tenebra (J. Conrad)

dalla rubrica: Il giusto degli altri

martedì 6 settembre 2016

DOPO I TRAMONTI DI IERI

Dopo i tramonti di ieri, oggi sono in vena di autostima; come non mi capitava da 35 anni.



Perché non mi stanco proprio della tua dolcezza.
Degli occhi
che parlano.
Della voce
che dipinge vacanze milanesi.
Della schiena
che si abbronza.
Delle spalle
che si stringono.
Dei capelli
che in qualche modo devono stare in ordine.
Delle ginocchia
martoriate.
Delle gambe
accavallate.
Della risata
che spezza il discorso serio.
Della camminata
che diventa passeggiata.
Delle mani
che.

Del tuo essere così poco consapevole della tua arte, della tua sconfinata bellezza, oltre Al Confine.
Dopo i tramonti di ieri, oggi sono in vena di autostima e, quando parlo di me, è come se parlassi di noi.


L. Lama