sabato 31 gennaio 2015

CITAZIONE 037 (rubrica)





Io sono il viaggiatore e viaggio e viaggio,
viaggio attraverso i bassifondi delle città,
vedo le stelle venir fuori dal cielo;
il cielo splendente e vuoto,
sai, sembra così bello stanotte.

Io sono il viaggiatore,
io sto sotto il vetro,
guardo attraverso la mia finestra così lucente,
vedo le stelle venir fuori stanotte,
vedo il cielo splendente e vuoto sui bassifondi squarciati della città
e tutto è così bello stanotte,
cantando la la la...

Entra nell'auto, noi saremo il viaggiatore,
viaggeremo attraverso la città stanotte,
vedremo i bassifondi squarciati della città,
vedremo il cielo splendente e vuoto,
vedremo le stelle che brillano così splendenti,
stelle fatte per noi stanotte.

Oh il viaggiatore, come viaggia?
Oh il viaggiatore
e lui viaggia e viaggia;
guarda attraverso le sue finestre, che cosa vede?
Vede il cielo segnato e vuoto,
vede le stelle venir fuori dal cielo,
vede l'oceano un viaggio sinuoso
e tutto è stato fatto per te e me stanotte,
tutto questo è stato fatto per te e me,
perché questo appartiene solo a te e me,
allora facciamo un viaggio e vediamo cosa è mio,
cantando la la la...

Oh il viaggiatore, viaggia e viaggia,
vede cose da sotto il vetro,
vede cose dalla sua parte di finestra,
vede le cose che sa che sono sue,
vede il cielo splendente e vuoto,
vede la città dormire di notte,
vede le stelle che sono fuori stanotte e tutto questo è tuo e mio,
e tutto questo è tuo e mio;
allora facciamo un viaggio e un altro e un altro
cantando la la la...



Cantante: Iggy Pop

(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

giovedì 22 gennaio 2015

DIECIMILA. E SESSANTA

Oggi pausa.
Vado sul blog.
Il mio blog.
Entro.
Un sorriso un po’ meravigliato. Lo ammetto, un pochino attendevo questo momento.
Grazie per le diecimila visite raggiunte. 


Già, diecimila.
È una sensazione piacevole. Una condivisione che rende solare questa giornata, ehi, così per modo di dire, personalmente do il meglio di me nei giorni di pioggia.
Diecimila sbirciate. Insomma, direi che oggi è un po’ festa. E a stento tengo a freno la curiosità di sapere per quante volte è la stessa persona, oppure quante persone per una volta.
E alcuni di voi - anche grazie a quando mi scrivete in privato - quasi mi pare ormai di conoscerli bene; e forse questo blog non è altro che un punto di incontro tra me e te, e tra me e me. Che a volte sono anche te.
E quando comprendo di non essere l’unica persona a passare da queste parti, be’, un sorrisino mi fa alzare le spalle e socchiudere gli occhi; e la trasparenza non è più una pecca. Anzi.
Va be’, non ho molto da dire oggi. Concedetemelo.
Vorrei solo giocare a pallone, tipo alla Tedesca (o agli Undici); ma andrebbe bene anche Nascondino. E poi tornare a casa sudato, come un bambino felice e spensierato, ecco, forse oggi sono un pochino così: felice e spensierato. E quando accade, non voglio perdermi l’occasione di metterlo nero su bianco; che poi in questo caso è bianco su nero.
Ora vado, la giornata è ancora lunga e il pallone certamente non va in rete da solo. Come direbbe Luca Lama: zaino in spalla!

Già, mi son sempre piaciute le autocelebrazioni, è un po’ come compiere gli anni senza però invecchiare anagraficamente.
Luca Lama

P.S. a volte capita che circa una settantina di voi (in un giorno) vengono per buttare un occhio, ohi, ancora grazie. Oppure grazie a quella sola persona che si sofferma da queste parti per settanta volte, ça va sans dire.





giovedì 15 gennaio 2015

CITAZIONE 036 (rubrica)





Quando parli con te stesso, solo in casa,
puoi ingannarti di essere arrivato solo in questo mondo,
(solo).

Così nessuno ti ha mai spiegato, bambina,
come sarebbe andata. Cosa ti accadrà bambina?
Indovina, dobbiamo aspettare e vedere.
Uno, due.
Vecchio nel cuore, ma ho solo 28 anni
e sono troppo giovane per permettere all’amore di spezzarmi il cuore.
Giovane nel cuore, ma si sta facendo troppo tardi
per trovarci così distanti.
Non so come tu sia destinata a trovarmi alla fine
e cosa ancora possa chiedermi.
Come puoi dire che non ho mai avuto bisogno di te
quando hai preso tutto, dico, hai preso tutto da me?
Giovane nel cuore, e diventa così difficile aspettare
quando nessuno che conosco adesso sembra potermi aiutare.
Vecchio nel cuore ma non devo esitare
nel trovare da solo la mia via d’uscita.
Continuo a parlare con me stesso, solo in casa,
(solo).

Così nessuno ci ha mai spiegato, bambina,
come sarebbe andata. Cosa ci accadrà bambina?
Indovina, dobbiamo aspettare e vedere.
Quando troverò tutti i motivi, allora forse troverò un altro modo,
un altro giorno, con tutti i volubili periodi della mia vita,
forse andrà bene la prossima volta.
E adesso che ti senti abbattuta, in una situazione irreale,
schiantata di nuovo sulla terra, e non parli così forte
e non cammini così orgogliosa, non più, e per cosa?

Bene, mi sono buttato nel fiume troppe volte per renderlo una casa,
sono qui fuori solo, solo vado alla deriva.
Se non si vede, dagli il tempo di leggere fra le righe,
perché vedo la tempesta avvicinarsi e le onde diventare così alte.
Sembra che ogni cosa abbiamo mai conosciuto sia qui,
perché deve andare alla deriva e morire?
Non troverò mai una per sostituirti,
credo che dovrò farcela, questa volta,
questa volta senza di te.
Sapevo che la tempesta si stava avvicinando
e tutti i miei amici dicevano che ero su di giri
ma ogni cosa abbiamo mai conosciuto qui,
non ho mai voluto che morisse.



Gruppo musicale: Guns N' Roses

(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

mercoledì 7 gennaio 2015

HO DOVUTO SENTIRMELO DIRE DUE VOLTE, "SAM"



Ho dovuto sentirmelo dire due volte, “Sam”, o forse più; non ricordo adesso.
“Sam…”
“Sam.”
È che la prima volta è stato come strabuzzare gli occhi. La seconda è stato come socchiuderli, e prendere consapevolezza.

La prima volta che ho conosciuto Sam non mi viene in mente facilmente, perché è una persona che conosco da sempre, è nelle fotografie dei miei primi compleanni, è nelle fotografie degli ultimi incontri-Lotus Club.
Se penso a un amico di infanzia, Sam è lì, presente. Se penso a un amico di vecchia data, Sam è sempre lì, presente, con quel suo modo di fare pacato ed elegante, con una innegabile e innata cordialità e bravura che l’ha portato ad assumere una buona posizione.
È che quando hai le capacità, a quel punto ci arrivi. Diciamo che la buona posizione arriva in automatico; come se aspettasse te, come se non fossi tu a scalare montagne e a farti strada studiando/lavorando per raggiungerla. No.
È lei che arriva da te, ti corre incontro. Come se fosse in attesa di trovare te, ovvero una persona abile. E Sam era uno abile, ve lo posso attestare e firmare su carta bollata da depositare presso uno studio notarile.
Già, perché mentre scorro l’elenco delle persone in gamba, Sam è lì, presente. E non lo dico io, che potrei risultare di parte, anche se sono obiettivo al millesimo; no, lo dicono i fatti, quello che il mondo gli ha riservato, già, perché lui è una brava persona in una buona posizione. E questo è quanto.
Ripenso a quando ho letto per la prima volta il nome “Lotus Club” (Lotus Club è un’associazione creata da professionisti e imprenditori appartenenti alla seconda generazione di srilankesi nati o cresciuti in Italia) e nella mia casella e-mail, in basso a destra, ho visto l’invito di Sam. Impossibile resistere a una convocazione così irrinunciabile.
Sam, il Presidente dell’associazione.
E dopo anni in cui ci si era persi di vista, quella mi sembrava proprio l’occasione d’oro, l’occasione da cogliere al volo senza pensarci troppo su.
E così ho fatto. E così rifarei.
Ovviamente la serata è stata meravigliosa, così come il resto delle chiacchiere e, a dirla tutta, poco importava del luogo, della cornice, del drink, del cibo e dei discorsi che quella sera scorrevano agli angoli dei tavoli. Già, perché io, lì, quel giorno, ero andato principalmente per incontrare Sam, e per sapere tutto quello che gli ruotava attorno.
Sam è il mio amico d’infanzia. Il primo di cui ho ricordo, di cui custodisco un buon ricordo, e la foto qui sopra mi aiuterà a farlo ancora meglio.

Sapete, vi garantisco che ho dovuto sentirmelo dire due volte, o forse più; non ricordo ora.
“Sam…”
“Sam.”
Sam, il mio grande amico d’infanzia.