venerdì 25 settembre 2015

CITAZIONE 049 (rubrica)



Sono stanco di innamorarmi
trovandolo più facile che disinnamorarmi,
non posso negarlo
lo sento dentro, il fuoco di Cupido
non lo nascondo.

Mi sto innamorando ancora
non c'è niente che io possa fare,
innamorarmi ancora,
ragazza questa volta è di te.
Quando mi innamoro è sempre uguale
e sono molto stanco
di giocare a questo gioco.

È passato molto tempo
da quando ho dato via il mio cuore,
l'ho tenuto serrato,
non voglio che gli venga fatto del male
per cui lasciami dire,
voglio essere sicuro che non mi farai del male,
me lo puoi promettere?

Mi devi dire se mi spezzerai il cuore,
perché non voglio rischiare
e se non è vero, tutto quello che sarà
è nulla ma una storia povera.
Per cui dammi quella promessa per tener duro
e non ti lascerò.
Dobbiamo aver qualcosa per continuare,

te lo dico subito.


cantante: Eagle-Eye Cherry

(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

venerdì 18 settembre 2015

"FANNO SEMPRE COSÌ?" (rubrica)




"Fanno sempre così?", chiede, quando loro due sono lontani.
"Così come?"
"Tutti quei sorrisi e quei baci".
"Prima no", dice Sofia. "Prima litigavano sempre. È una promessa che si sono fatti, di provare a volersi di nuovo bene".
"Che pacco", dice Oscar, sfregandosi la fronte.
Occupano due lettini nuovi, in una cameretta ordinata da un catalogo solo qualche settimana fa. Dovendola pagare per i prossimi tre anni, Rossana e Roberto hanno pensato al futuro e l'hanno scelta doppia. Da un po' di tempo parlano di fare un altro figlio.
"E quelle cos'erano?", chiede Oscar.
"Quelle cosa?"
"Quelle poesie che dicevate".
"Intendi le preghiere?"
"Sì. Le preghiere".
Sofia si volta e osserva il suo profilo nel buio.
Non ha mai conosciuto nessuno che non sapesse cosa sono le preghiere.
Dalla finestra socchiusa arriva la voce di Roberto: dev'essere uscito per innaffiare il prato e ha incontrato un vicino.
"Servono a parlare con Dio", risponde, dopo aver scelto con cura le parole.
"E cosa gli dite a Dio?"
"Prima di tutto grazie. Lo ringraziamo per quello che ci dà e gli chiediamo scusa se abbiamo fatto qualcosa di male. E poi, se abbiamo un desiderio speciale, gli chiediamo per favore di realizzarlo".
"E lui lo fa?"
"Certo", dice Sofia, e subito sa di aver dato una risposta affrettata. C'è la questione della volontà di Dio. È più complicato di così, però non ha il coraggio di ritrattare. Sente suo padre salutare il vicino e aprire il rubinetto dell'acqua.
"Figo", dice Oscar, mentre un buon odore di terra umida sale fino a loro dal giardino.


tratto da: Sofia si veste sempre di nero (P. Cognetti)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

giovedì 10 settembre 2015

QUANTO TALENTO



Quanto talento.
Oggi riflettevo su questo: ormai è diventato penoso il nostro nessun-contatto. E poi ho sorriso.

Mi capita sovente di sorridere quando sono particolarmente e profondamente triste per qualcosa, per qualcosa di irrecuperabile. E poi fischietto, davvero, non lo dico per fare l'ironico; chissà perché!
Sorrido e fischietto, e dentro frano.
Eppure la giornata era iniziata bene: 8 ore di sonno, bel clima e la scritta in arrivo appena giunto alla fermata del tram.
Poi è successo che sono tornato a casa e - pulendo qui e riordinando là - ho trovato un vecchio foglio A4, tuo, donato a me.
Volendo riuscirei a immaginarmi perfettamente l'odore di tempera tra le tue dita con le unghie mangiucchiate e un pochino colorate da smalti di diverse tonalità e qualità.
Ecco, su quel foglio c'è un disegno e tre righe scritte. Credo che l’ultima riga fosse una citazione, oppure tutta farina del tuo sacco. Non so. Secondo me è un tuo pensiero, ma è una personale opinione. Non ho mai capito il motivo, però mi è sempre piaciuto associare a te tutte le belle frasi che mi hai donato, anche quelle che sembrano scritte da Whitman o da Emily Dickinson. E se le hai donate a me, allora proprio sono tue; indiscutibilmente.
E poi - a differenza di quello che hai sempre pensato di te stessa - ho sempre pensato che fossi brava, che fossi piena d'arte e di poesia.
E tu abbassavi sempre il prezzo, trattavi sul tuo valore, lo scontavi come “Una cosina buttata lì”. Sono pronto a scommettere che anche adesso fai così, a fare spallucce quando si parla della tua arte, a dire “Fa nulla” di fronte a un incoraggiamento, a sussurrare “Fin troppo buoni” davanti ai complimenti.
E ammetto che detestavo questa tua convinzione a non reputarti abile, perché non regalo facilmente complimenti. E tu eri davvero talentuosa.
Un talento enorme, per quanto mi riguarda, nel mio piccolo, per quel poco che ne capisco.
Ma alla fine sei molto capace anche di buttare tutto all'aria, soprattutto quando si parla di te. E lasciamelo dire: è un peccato. Certo, leggendo queste righe plausibilmente bisbiglierai “Chissenefrega. Non è poi così vero quello che scrivi. Tanto ormai…”.
E detto fuori dai denti, se non frega a te, chissà perché dovrebbe importare a me. Sai, mi importa così poco che ho deciso di scriverci su, e addirittura pubblicarlo.
Che talento che avevi! E chissà se scrivi/disegni/reciti/studi ancora… Chissà se ti perdi nei libri per poi ritrovarti con la testa tra le nuvole. Chissà.
Ogni tanto qualcuno che conosciamo entrambi mi dice che ti stai sprecando.
Ma quasi non ascolto. Perché può essere un punto di vista errato, oppure veritiero, ma non è questo il punto.
E su di te non voglio accumulare punti di vista. Mi basta il mio, anche se ormai piuttosto obsoleto, alterato, danneggiato; però me lo tengo stretto, perché so essere un ottimo conservatore, e desidero conservare quell'immagine che ho di te, anche se sbiadita, anche se di parte, anche se valorizzata alzando il prezzo alle stelle. Non che non lo sappia. 
Ma è giusto così, se tu deprezzi, stai pur certa che indosserò gli abiti del miglior mercante.

Dicevo, adesso che purtroppo abbiamo un degno e assodato nessun-contatto posso prendermi tutto il tempo per fischiettare e sorridere così a lungo da deprimermi il giusto. Quel giusto che permette di produrre queste righe. E mentre scrivo, all'improvviso… nulla.
Non è accaduto nulla. Ed è l'unica certezza di questo 2015.
Ripiego il foglio A4, ci sarà un tempo per buttarlo, ma quel tempo non è oggi. 


Luca Lama



venerdì 4 settembre 2015

CITAZIONE 048 (rubrica)




Hai una bella macchina, perché non funziona oggi?
Anch'io ne ho una, forse vuoi venire a dargli un occhio,
adoro la tua acconciatura, sono contento che ti piace la mia,
vedi siamo proprio fighi
allora cosa fai?
Anch'io servo ai tavoli,
non ho mai sentito la tua band perché voi ragazzi siete nuovi,
ma se mangi vegano, be' vieni dove lavoro,
ti farò cucinare qualcosa che ti piacerà davvero

Perché mi piaci
perché mi piaci,
mi sento bohémien come te,
mi piaci, mi piaci
e mi sento da dio.

Aspetta, chi è quel ragazzo che gira nel tuo appartamento,
sembra una specie di barbone,
l’hai lasciato, questo è brutto
penso che è giusto che resti se paga sempre l’affitto
e non ha problemi a dormire sul divano quando sono lì.

Perché mi piaci
perché mi piaci,
mi sento bohémien come te,
mi piaci, mi piaci
e mi sento da dio.

Sto diventando prudente,
mi sento bohémien come te
sei tu quella che voglio, allora ti prego;
solo un caso, un semplice caso, non è vero? 
Lo è per me
e mi piaci, mi piaci
mi piaci,
mi piaci
e mi sento da dio.


gruppo musicale: The Dandy Warhols

(dalla rubrica: citarsi è un po' deprimersi)