giovedì 26 novembre 2015

CITAZIONE 052 (rubrica)





Il tempo apre tutte le ferite e la fiducia,
mi metterà nella tomba, il mondo non è mio,
non tocca a me salvare il mondo.
Non posso permettermi di perdere ciò che tu rivendi,
che tu butti via.

E non so nemmeno io cosa ci vorrebbe
per conoscere me stesso.
Ho bisogno di cambiare, non so come,
non rinunciare a me adesso.

Non è quello che facciamo
è quello che facciamo, è quello che ci sentiamo
che prende tutto quello che hai,
guarda giù e sussurra al diavolo: niente da fare!
E io non voglio combattere,
non voglio combattere la guerra di mio padre.
Si può aspettare tutta la vita
non sapendo cosa si sta aspettando.

E non so nemmeno io cosa ci vorrebbe
per conoscere me stesso.
Ho bisogno di cambiare, non so come,
non rinunciare a me adesso.

cantante: Ben Harper 
(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)


giovedì 19 novembre 2015

TUTTO È PROVVISORIO (rubrica)

Tutto è provvisorio: l'amore, l'arte, il pianeta Terra, voi, io. La morte è talmente ineluttabile che coglie tutti di sorpresa. Come sapere se questo giorno è l'ultimo? Crediamo sempre di avere tempo. E poi, di colpo, puf, non ci siamo più, fine del tempo regolamentare. La morte è l'unico appuntamento non segnato sul vostro organizer.

Tutto si compra: l'amore, l'arte,  il pianeta Terra, voi, io.
Scrivo questo libro per farmi licenziare. Se mi dimettessi, non beccherei l'indennità. Mi tocca segare il confortevole ramo su cui sto appollaiato. La mia libertà si chiama sussidio di disoccupazione. Preferisco essere sbattuto fuori da un'impresa che dalla vita. PERCHÉ HO PAURA.
Intorno a me i colleghi muoiono come mosche: idrocuzione in piscina, overdose di cocaina fatta passare per infarto del miocardio, jet privati che si schiantano, capriole in cabriolet.
Ora, questa notte ho sognato che affogavo. Mi sono visto affondare, carezzare le mante, con i polmoni pieni d'acqua. Lontano, sulla spiaggia, una bella donna mi chiamava. Non potevo risponderle perché avevo la bocca piena di acqua salata.
Annegavo, ma non gridavo aiuto. E tutti facevano la stessa cosa. Il mare era pieno di nuotatori che affogavano senza invocare soccorso.
Penso sia ora che lasci tutto perché non riesco più a stare a galla.
Tutto è provvisorio e tutto si compra.
L'uomo è un prodotto come gli altri, con una data di scadenza. Ecco perché ho deciso di andare in pensione a 33 anni. Pare sia l'età migliore per resuscitare.






tratto da: Lire 26.900 (di F. Beigbeder)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

giovedì 12 novembre 2015

COME IL MONOSSIDO DI CARBONIO




Come il monossido di carbonio. 
(La tua particella)

Questo sei per me.
Sapevo che a scuola le ore di chimica prima o poi mi sarebbero tornate utili.
E così, dopo aver sbirciato un libro di narrativa e uno di filosofia, ho trovato soluzione e poesia in un vecchio e impolverato libro di chimica.
E questa volta, la scienza che studia la composizione della materia, ai miei occhi è parsa come poesia allo stato puro.
E caro mio, te la dedico questa poesia, ogni verso è per te. La mia arte pullula e zampilla grazie a te.

Sei come il monossido di carbonio,
ovvero: un gas velenoso,
particolarmente insidioso (in quanto incolore e insapore).
La molecola che gli appartiene,
è costituita da un atomo di ossigeno (che mi prendo)
e uno di carbonio (che mi dai),
entrambi gli atomi sono legati con un triplo legame.
Legame covalente,
legame dativo, detto legame di coordinazione.
Sbilenchi, procediamo respirando questo gas,
e se dono ossigeno, mi ripaghi col gas,
velenoso, fastidioso.
Tu, mio caro,
vecchio, esausto,
monossido di carbonio.

Ecco, spero ti sia piaciuta, perché è una dedica. Per te e per ogni volta che mi hai insegnato a tossire dopo che avevi reso l'aria tra noi pesante, nociva; proprio come il monossido di carbonio.
E tu, da ora, rimarrai quello per me. E adesso che lo so, tutto appare migliore, perché ho fatto i bagagli, e li ho fatti con calma, a differenza delle altre volte, che poi con altrettanta fretta li ho disfatti, senza nemmeno mai uscire di casa. Nemmeno una volta. Ma da oggi c'è una differenza.
La differenza è questa: tu sei chimica, e io sono fisica. Simili, ma troppo distanti per comunicare.

Saluti,
la tua particella.


Luca L.

venerdì 6 novembre 2015

QUIETE D'ESTATE (rubrica)

Quiete d'estate

1.
Il vento si riposa fra i rami
e si culla fino a stancarsi
come da feste lontane si sente
la traccia di un canto che si spegne.

La mia fortuna è andata a dormire
e ride soltanto a metà nel sogno
con guance belle e scarne
e appena un po' con le belle labbra.

Il mio amore si sdraia
nel grembo della mia canzone
e stira le sue sottili membra
e spalanca gli occhi.
Le redini dei miei versi
mi cadono dalle mani,
la mia canzone dirige le sue ali
verso la verde terra del sonno.

2.
Un sole rosso giace
nelle profondità dello stagno,
una farfalla smarrita vola
sopra salici e canne.

Tutto ciò che perse il mio cuore,
coraggio giovanile e pace infantile,
sonnecchia qui fra le canne gialle
in solitudine e in silenzio isolato.

Come un ampio rosso di sera
giace la mia vita e la mia pena
con calma come una barca oscura
sopra la quale veleggiano i miei sogni.

Sul mio animo selvaggio
è stata versata la pace;
ciò che ero e ciò che sono,
si è sciolto in un sogno.





tratto da: Poesie romantiche ( H. Hesse)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)