martedì 29 ottobre 2013

CITAZIONE 015 (rubrica)





Quando sono da solo con te
tu mi fai sentire come se fossi a casa di nuovo.
Quando sono da solo con te
tu mi fai sentire come se io fossi completo di nuovo.
Quando sono da solo con te
tu mi fai sentire come se fossi giovane di nuovo.
Quando sono da solo con te
tu mi fai sentire come se fossi divertente di nuovo.

Per quanto lontano sia,
Io ti amerò sempre.
Per quanto tempo mi fermi,
Io ti amerò sempre.
Qualunque parola io dica,
Io ti amerò sempre,
Io ti amerò sempre.

(Fammi volare fino alla luna).

Quando sono da solo con te
tu mi fai sentire come se fossi libero di nuovo.
Quando sono da solo con te
tu mi fai sentire come se fossi puro di nuovo.

Per quanto lontano sia,
Io ti amerò sempre.
Per quanto tempo mi fermi,
Io ti amerò sempre.
Qualunque parola io dica,
Io ti amerò sempre,
Io ti amerò sempre.



Gruppo musicale: The Cure.

(dalla rubrica: citarsi è un po' deprimersi)

martedì 22 ottobre 2013

LO SPOT DI IERI





Lo spot di ieri è quello che mi hai chiesto.
Hai detto che ti piace sbirciare nel passato di una persona, vedere quello che ha fatto, soprattutto le cose meno importanti, per dargli poi un peso, e sorridere.
Degli altri apprezzi il tempo che li ha portati ad essere quello che sono diventati, trovi stimolante tutto quello che è stato fatto. 

"Perché non può cambiare. Non è modificabile. Non ci sono ripensamenti dell'ultima ora".

Dici spesso che il passato è sincero, perché mantiene le promesse, non illude, non inganna. 
lo puoi anche cambiare se ti va, e renderlo migliore, e imparare da esso.
Il passato è come una maestra, sussurri. Anche quando ti ha ferito, o beffato; rimane sempre lì accanto a te, a ricordati quello che è stato, quello che sei stata, nel bene e nel male.
Poi eri curiosa di questi due video, non so perché ti interessano tanto, però ora eccoli qui.
Quando recitare mi divertiva, ho fatto un po' di cose, nel caso, col tempo avrò modo di mostrartele. Da qualche parte ho un po' di materiale: spot, corti e lunghi. 
In questo caso la produzione era grossa (e grassa -nel senso buono), internazionale e professionale in ogni minimo dettaglio.

Buona visione cara. Io nel frattempo inizio a ridere.




mercoledì 16 ottobre 2013

CITAZIONE 014 (rubrica)





Ogni tanto penso a quando stavamo insieme,
come quando hai detto di essere così felice che saresti potuta morire.
Ho detto a me stesso che eri giusta per me,
mi sentivo così solo in tua compagnia,
ma quello era amore ed è un dolore che ricordo ancora.

Si può diventare dipendenti da alcuni tipi di tristezza,
come la rassegnazione alla fine, sempre alla fine.

Perciò quando abbiamo capito che non avevamo un senso,
beh, hai detto che saremmo potuti essere ancora amici,
Ammetterò che ero contento che fosse finita.

Ma non dovevi tagliarmi fuori,
far finta che non fosse mai successo,
che non fossimo stati niente uno per l'altra.

Non mi serve neppure il tuo amore,
ma tu mi tratti come un estraneo,
e sembra così sgarbato.
No, non dovevi abbassarti a tanto,
hai mandato i tuoi amici a prendere le tue cose,
e hai anche cambiato numero.
Credo di non aver bisogno di questo, anche se
adesso sei solo qualcuno che un tempo conoscevo.

Ogni tanto penso a tutte le volte che mi hai fregato,
mi hai fatto credere che era sempre qualcosa che avevo fatto io.
Ma non voglio vivere in questo modo,
leggendo tra le righe di ogni parola che dici.
Hai detto che avresti potuto lasciar perdere,
e non ti avrei beccato attaccato a qualcuno che un tempo conoscevi.

Ma non dovevi tagliarmi fuori,
far finta che non fosse mai successo,
che non fossimo stati niente uno per l'altra.

Non mi serve neppure il tuo amore,
ma tu mi tratti come un estraneo,
e sembra così sgarbato.
No, non dovevi abbassarti a tanto,
hai mandato i tuoi amici a prendere le tue cose,
e hai anche cambiato numero.
Credo di non aver bisogno di questo, anche se
adesso sei solo qualcuno che un tempo conoscevo.

Qualcuno.
Un tempo conoscevo.
Che un tempo conoscevo

Qualcuno.



cantante: Gotye (feat. Kimbra)


(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi).

lunedì 7 ottobre 2013

GLI ALBERI DI IERI (rubrica)





Lui piangeva accovacciato vicino a delle recinzioni,
cercava foglie tra i capelli, 
pareva un micio al guinzaglio.

L’albero lo segarono come se non avesse anima,
suonava la sua voce, 
un miagolio disperato e castrato.

L’aria cominciava a mancare,
la bambola ci fissava con occhi di plastica,
avevamo paura; 
lacrime di cera sopra un piatto di cemento.


Buon appetito.



(dalla rubrica: Poesia portami via)

mercoledì 2 ottobre 2013

CITAZIONE 013 (rubrica)





Incendia le farfalle meccaniche, le rose lisergiche e i nostri pochi orgasmi 
e ti ricordi dei combattimenti tra i cigni finti, e delle sere a sbranarsi, delle sere a strafarsi. 
Con me non devi essere niente 
con me non devi essere niente. 
Venere del mio intestino tenue, quando dormo guido piano, non ti preoccupare, 
Venere delle nostre sterili polemiche, andremo a Londra a dimagrire.

Con me non devi essere niente 
con me non devi essere niente. 

E stavi diventando blu, anche tu, 
i tuoi insulti, i tuoi fiori finti, le siringhe disinfettate, 
coi nostri occhi di criptonite, coi nostri occhi di criptonite. 
Andiamo a vedere le luci della centrale elettrica
andiamo a vedere le luci della centrale a turbogas. 
E tornino a scoppiare, a ridere, le nostre madonne bulimiche 
e tornino a crepare ma dal ridere le nostre madonne anoressiche. 
Incendia le farfalle meccaniche, le rose lisergiche e i nostri pochi orgasmi, 
ti ricordi dei combattimenti tra i cigni finti, e delle sere a sbranarsi, e delle sere a strafarsi.

Addio. Fottiti. Ma aspettami. 
Addio. Fottiti. Ma aspettami. 

Andiamo a vedere le luci della centrale elettrica, 
andiamo a vedere i colori delle ciminiere dall'alto dei nostri elicotteri immaginari, 
andiamo a dare fuoco ai tramonti e alle macchine parcheggiate male 
ad assaltare ancora i cieli, a farci sconfiggere e finire sui telegiornali, 
foto in bianco e nero delle nostre facce stravolte sui quotidiani locali, 
andiamo a vedere i cantieri delle case popolari dai finestrini dei treni ad alta velocità, 
trasformiamo questa città in un'altra cazzo di città. 
Andiamo a vedere le luci della centrale elettrica, 
andiamo a vedere le luci della centrale a turbogas 
e tornino a scoppiare, a ridere, le nostre madonne bulimiche 
e tornino a crepare ma dal ridere le nostre madonne anoressiche, 
e le fotomodelle, le tue fotomodelle, le tue fottute, fotomodelle.



gruppo musicale: Le luci della centrale elettrica

(dalla rubrica: citarsi è un po' deprimersi)