Appesa a un finale,
inorridisce in finte fughe
mentre si dipinge il volto lo specchio si appanna,
come se sparisse
il viso,
l’immagine e il ruolo.
I fianchi incisi sul muro come una scritta pugnalata,
scriveva il nome come un aggettivo,
pareva un disegno,
un quadro dove poter tossire o strizzare
gli occhi.
(dalla rubrica: poesia portami via)
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