Negli ultimi due mesi, così per
curiosità, mi ero messo a leggere su Internet le indagini sui casi di suicidio.
E quasi sempre il coroner ripete la stessa cosa: Si è tolto la vita a seguito
di uno stato di dissesto psichico. Poi ti leggi la storia del povero bastardo:
sua moglie andava a letto con il suo migliore amico, aveva perso il lavoro,
qualche mese prima gli era morta la figlia in un incidente stradale… Pronto,
signor coroner? C’è nessuno in casa? Oh, mi spiace ma sa, amico caro… qui di dissesti
psichici non se ne vedono. Anzi, direi che il soggetto c’ha proprio azzeccato.
Una batosta dietro l’altra finché non reggi più, e allora te ne vai sulla station
wagon di famiglia sino al più vicino autosilo con a bordo un bel tubo di gomma.
Non è che è stata una scelta sensata? Non è che sul verbale il coroner ci
dovrebbe aver scritto: Si è tolto la vita dopo un sereno e scrupoloso esame
del cazzutto inferno in cui si era trasformata la medesima?
Mai che mi sia successo di
leggere un articolo di giornale capace di persuadermi che il dipartito avesse
perso la vecchia brocca. Per esempio: L’attaccante del Manchester United,
fidanzato dell’attuale Miss Svezia, di recente aveva messo a segno una doppietta
eccezionale: è stato l’unico della storia ad aver vinto nello stesso anno la
Coppa d’Inghilterra e l’Oscar come miglio attore. Steven Spielberg aveva appena
acquistato i diritto del suo primo romanzo per una somma segreta. Un collaboratore
lo ha trovato impiccato a una trave nelle sue scuderie.
Dunque, io non ho mai letto il
verbale di un coroner di questo tenore: ma se esistessero casi di suicidio di
individui felici, geniali e di successo, allora sì che potremmo tranquillamente
concludere che la loro affezionata trebisonda stava andando a margherite. E non
dico nemmeno che essere fidanzati con Miss Svezia, giocare nel Manchester
United e vincere degli Oscar sia un vaccino automatico contro la depressione:
anzi, sono sicuro di no. Dico solo che queste cose aiutano. Basta guardare le
statistiche. È molto più probabile che si faccia fuori uno che ha divorziato da
poco. O un’anoressica. O un disoccupato. O una prostituta. O chi ha combattuto
in guerra, o ha subito violenza carnale, o ha perso dei parenti… Ci sono molti,
moltissimi fattori capaci di spedirti fuori dalla grazia: e nessuno di questi può
ragionevolmente farti sentire diverso da un povero sfigato infelice.
tratto da: Non buttiamoci giù (di Nick Hornby)
(dalla rubrica: Il giusto degli altri)
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