Ma allora, dico, com'è che tua moglie ti ha mollato?
"Ci siamo separati di comune accordo" biascica Marc entrando al Bus. Poi aggiunge:
"Ho sposato Anne perché era un angelo, e per la stessa ragione ho divorziato. Ho creduto di cercare l'amore fino al giorno in cui ho capito che quello che volevo era evitarlo".
Passato l'angelo, cambia argomento.
"Merda," grida, "è pieno di belle ragazze qui, dovevo lavarmi i denti prima di uscire. Ops! Signorina, lei è un amore. Potrei spogliarla, per favore?".
È fatto così, Marc Marronier, si fa passare per uno stronzo nel suo vestito in velluto liscio perché si vergogna di essere dolce. Ha appena compiuto trent'anni: l'età bastarda in cui si è troppo vecchi per essere giovani e troppo giovani per essere vecchi. Fa di tutto per mantenersi all'altezza della propria reputazione, per non deludere nessuno. A forza di voler ispessire il suo press-book, è diventato, a poco a poco, una caricatura di se stesso. È una fatica riuscire a dimostrarsi gentile e profondo facendo sempre la parte del duro menefreghista. Adotta un comportamento incoerente, se non desolante. È dunque colpa sua se, quando grida sulla pista da ballo: "Yuppi! Ho divorziato!", nessuno viene a consolarlo. Solo i raggi laser trafiggono il suo cuore come spade.
Ben presto mettere un piede davanti all'altro diventa un'operazione complicata. Risale barcollando sullo scooter. La notte è gelida. Via a manetta. Marc sente le lacrime colargli sulle guance. È sicuramente il vento. Le palpebre restano di marmo. Non porta il casco. La Dolce Vita? Ma quale? Dove sta la Dolce Vita? Troppi ricordi, troppe cose da dimenticare, è un'impresa cancellare tutto, e per sostituirli bisognerà rivivere almeno altrettanti bei momenti.
Tratto da: L'amore dura tre anni (di F. Beigbeder)
(dalla rubrica: Il giusto degli altri)
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