mercoledì 14 dicembre 2016

IN QUEL DI NOVEMBRE

In quel di novembre.
Sono davanti al monitor e fuori piove a dirotto.
Va bene così, è novembre e non richiedo raggi di sole per avere su il morale.
Sarà che a novembre compio gli anni, sarà che compiere gli anni è sempre una buona scusa per vedere alcuni amici e riunirli sotto lo stesso tetto. 
In questo novembre siamo andati a cena fuori e, come prevedibile, il chiasso e i sorrisi sono stati la portata principale.
È stato semplice, è stato naturale.
E più passano gli anni e più sentiamo l'esigenza di raccontare aneddoti ormai datati, eppure ben chiari e limpidi nella memoria.
Ognuno coi propri sogni e fantasmi, ognuno ad ascoltare sornione il ricordo dell'altro, ché magari lo riguardava in prima persona.
E poi ci si sovrapponeva, le frasi diventano tasselli di un mosaico continuamente interrotto, e sovrapporsi per incollarsi rendeva ogni storia un bellissimo miscuglio.

È stato facile, è stato genuino, liberatorio.
Un sera depositata lì, in un giorno di novembre e, tra risate e aggettivi, a quel tavolo per un paio d'ore l'espressione autentica di una amicizia. E anche se non più quotidianamente, i legami che ci tengono agganciati sono già episodi che lasceranno una traccia in qualche prossimo racconto.



Fuori continua a piovere, ma è novembre, e va proprio bene così.
In quel di novembre, si stava scomposti sulla sedia. 
Ben fatto ragazzi.

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