Accumulo le cose da fare.
Piena.
Colma.
Diventare cornice in mezzo a spazi di e per altri.
Mi piace un sacco questo disordine.
Ecco, l'ordine è diventato un ricordo lontano e va proprio bene così.
Ruoli nuovi che si accomodano su quelli vecchi.
Dogmi che diventano eccezioni alla regola. Già, eccezioni, al plurale; ché eccezione non chiarifica.
Smontare e smussare.
I tempi si sono fatti stretti.
Poi le corse e le cose fatte alla svelta e le dinamiche pratiche in perenne ritardo.
Poi le corse e le cose fatte alla svelta e le dinamiche pratiche in perenne ritardo.
Accumulo le cose da fare.
E cercare ganci e agganci per provare a mettere due cose in una. Che diciamocelo: quasi mai è possibile.
Ed è anche per questo che accumulo le cose da fare.
Non c'è tempo per rimanere offesa, non c'è più margine per tenere il muso.
Non c'è spazio per star lì a pensare se negli angoli accantonati c'è qualche gioiello da raccogliere, oppure da abbandonare.
Non c'è spazio per star lì a pensare se negli angoli accantonati c'è qualche gioiello da raccogliere, oppure da abbandonare.
Va così.
A volte vorrei cogliere, in altre raccogliere.
In altre ancora scarseggiano i minuti e, per davvero, non resta altro da fare se non quello di accumulare le cose da fare.
L. Lama
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