venerdì 27 maggio 2016
I COLPI DI CODA
I colpi di coda,
già chissà i colpi di coda.
E la frase evidenziata e quella omessa,
e la battuta fuori luogo e quella che fa ancora ridere,
e il parco e le panchine con un titolo,
e le patatine triangolari e i panini senza maionese,
e la pizza alta buona e quella meno buona,
e i film con Battiston e il pub chiuso per gli altri,
gli orecchini rotti e i Luppoli,
Alta Fedeltà, la top 5 che diventava top 10,
e le scarpe mai slacciate e quelle senza tacco,
e il linoleum e le sedie pieghevoli,
i tappi e i rotoli e i buoni propositi,
i libri prestati di scrittori conosciuti e di quelli che ancora no,
e le uova grandi e quelle più piccine,
e "Mi aspettavo che..." e "Quindi..."
e i cibi scaduti e quelli divorati,
e le camminate al freddo e quelle da sbottonarsi le giacche,
e le gelosie e i complimenti sparsi ovunque,
e i puzzle e i fazzoletti per l'allergia,
i caffè non finiti e i cucchiaini,
le fughe e gli incastri,
le tende e i volantini di teatro,
il sentire freddo e le bolle,
i giorni pari che si trasformavano in dispari,
le aperture e chiusure,
e i post-it e fiori vecchi di un giorno,
le foto mancanti e quelle venute male,
i pianti e le lacrime,
i sorrisi e le risate,
le settimane di nulla e i giorni di tutto,
le onde e le passanti.
Hai mai visto in faccia un colpo di coda?
Io sì, l'ho appena visto; adesso.
Non vorrei che tu fossi al mio posto, mi piace pensare che tu stia passando nottate migliori delle mie.
L. Lama
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