Ogni volta che una mia ex fidanzata
mi presenta il suo compagno, a me il tipo pare un coglione.
Ci provo, davvero, mi impegno e
mi sforzo a trovare qualità che a prima vista mi sono sfuggite.
Allora mi concentro a fondo e
peso le cose che dice con quello che mostra. Cerco in tutti i modi di scorgere
peculiarità celate di fronte alle mie probabili condizionate impressioni.
Ma non c’è niente da fare, generalmente
è così. Anche quando parto con i migliori intenti, poi mi tocca confermare la
prima impressione.
Inevitabilmente mi devo arrendere
e constatare che “Ma questo è un coglione”, per ovvi motivi pronunciato tra me e
me, per non infastidire la mia ex fidanzata con il nuovo taglio di capelli.
Però vorrei tanto non pensarlo. Giuro.
Ripeto: vorrei tanto non pensarlo.
Può sembrare sarcasmo, ma non è
esattamente così.
Cerco di capire se ciò può essere
dettato da un gioco di ruoli sfavorevole a entrambi.
Alla fine - dato che accade così spesso - comincio a credere che ai
tempi ha scelto me perché sono un coglione pure io.
È forse per questo che in passato
avevamo una relazione.
E allora mi viene da sorridere.
Mi spingo oltre, mi viene anche
voglia di fare amicizia, forse non proprio amiconi, ma lì vicino; che ne so, tipo
compari in grado di parlarsi senza prendersi troppo sul serio, ma nemmeno troppo
in giro.
Sapete, magari tra coglioni ci si intende.
Oppure, più probabilmente, siamo talmente
coglioni che non capiamo nemmeno che potremmo andare perfino d’accordo.
N.B.
Ovviamente a parte un paio di tizi,
che con loro proprio non ce la si può fare.
(un paio: non a caso proprio come i
coglioni).
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