È uscito il secondo libro (in Groenlandia non usano l’aggettivo
possessivo, e oggi ho deciso di accodarmi al loro pensiero).
È un libro timido, che a un certo punto ha deciso di uscire
per il troppo bussare.
È intimo, come una poesia che fino al giorno prima era
scritta solo su un foglio di carta stropicciato.
È stato scritto lontano da una tastiera, a penna; in luoghi
scomodi.
È il mio biglietto da visita, stropicciato e un po’ sbavato;
come il sottoscritto.
ABBIAMO FATTO TRENTA
Trenta poesie in viaggio nel quotidiano, in attesa di
qualcosa e di presa d’atto che se ne può cavare poco.
Un giro - comunque - con una torcia elettrica in mano
nell'istante e nella solitudine tranquilla, con la capacità antica e
dimenticata di scorgere passi altrui dietro gli spigoli e i sentimenti. Situazioni
che stupiscono ogni volta e che ogni volta cercano parole diverse per dirle.
Parole da cercare con il lanternino. Altro che torcia elettrica, che abbaglia.
Gli oggetti lasciati, i gemiti della notte, un livido
nascosto da più di una bugia. Questo poeta è un poeta del coraggio, ma è ancora
seduto - è lì da secoli - vicino alla prima domanda postagli molto prima chissà
da chi, ammanettato dai suoi precisi crimini.
Così distante da lei che le ginocchia si premevano appena.
Per essere più felice dovrebbe solo stare più attento.
- Abbiamo fatto trenta -
Casa editrice: Edizioni del Gattaccio
link: http://www.edizionidelgattaccio.it/eg-abbiamofattotrenta-hp.html
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