sabato 17 febbraio 2018

QUESTO IL CARO PREZZO (rubrica)


- Questo il caro prezzo che Bob Sampson ha pagato per l'intensità del suo sguardo; Ellen l'aveva notato subito, donava ai suoi occhi un che di molto attraente. 
Si erano conosciuti per caso, imbattendosi l’un nell'altra nel modo classico e fortuito che si vede nei brutti film, e a volte anche in quelli belli, in cui il destino si manifesta creando fisicamente l’incontro fra due anime - o perlomeno così ti fanno credere, anche se tu sai benissimo che di casualità si tratta e di nient’altro, e cos'altro in fondo potrebbe giustificare un così caro prezzo per lo sguardo di Bob? 



Nei film non te lo fanno mai vedere, il prezzo della bellezza estrema; Ellen l’aveva riconosciuto a prima vista, incrociando i suoi occhi stupendi. Assorbono lo sguardo; si soffermano su di te quel tanto che basta e poi si allontanano; lui non ti fissa, ma ogni sua occhiata dura il tempo necessario, o almeno così era stato quella volta, lì in piedi, mentre si voltava per ordinare un cappuccino con abbondante cannella – un uomo a cui piace la cannella, aveva pensato lei.


tratto da:  Episodi incendiari assortiti (di David Means) 

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

mercoledì 7 febbraio 2018

CON LA GENTILEZZA

Con la gentilezza.
Già, con la gentilezza ti inonderò e, tuo malgrado, sarai costretto a venire sommerso da tutto il mio garbo, dalla mia inesauribile cordialità.

Con le buone maniere, ti pervaderò.
Non so nemmeno dire se poi mi piace questa evoluzione; probabilmente ne avrei fatto volentieri a meno perché dà la sensazione di uscire allo scoperto, di essere senza la coperta calda, comoda e avvolgente.

Con la gentilezza, ti sommergerò.
E mentre mi rendo conto di ciò, provo un gigantesco dispiacere. Per te, mi spiace. Perché le tue non parole generano una serie di frasi. Le tue non parole non sono un silenzio, sono commenti scontati; scontati proprio come gli abiti rimasti in saldo nei negozi e ammassati in un angolo. 



Con la cortesia, ti invaderò.
Non sono per nulla felice di ciò. 
Oggi sai che c'è? Che non ci sono non risposte, nemmeno domande lasciate lì sospese a dondolare.  Il fatto è che le non risposte parlano, chiacchierano, ah se chiacchierano. E quando pensi che il tuo inqualificabile mutismo possa evitare fraintendimenti, be’, come ben sappiamo, il corpo immobile si muove -così come i silenzi parlano.

Con la gentilezza, e solo con quella, l'allievo supera il maestro. 


L. Lama

venerdì 2 febbraio 2018

CITAZIONE 089 (rubrica)



Abbiamo mille luci in città
ma quello che ci interessa realmente
resta nell'ombra.
Cammino finché basta, finché trovo
un posto giusto per restare da solo
dove tutto torna.

Non voglio stare senza piaceri,
non posso stare senza dolore,
che Dio mi protegga dal gelido freddo
delle giornate normali,
quando i dubbi entrano svelti dalla finestra,
la gloria sbiadisce e nulla più resta
se non l'impianto banale
di un tramonto invernale.

In mezzo alla notte
c'è un buio profondo,
c'è l'inizio di tutto
e c'è la fine del mondo.
In fondo a ogni notte
qualcuno ha visto Dio
e se il mondo ha ragione,
allora il matto sono io.

Abbiamo troppe luci in città
ma il buio mi attraversa la mente,
è un bacio nell'ombra,
un lampo di certezza dice solo
averti è stato il modo
per provare il volo
di chi non ritorna.
Mentre i dubbi entrano svelti dalla finestra
e danno la caccia a ogni certezza,
io resto solo a provare,
a inventare un finale.

In mezzo alla notte
c'è un buio profondo,
c'è l'inizio di tutto
e c'è la fine del mondo.
In fondo a ogni notte
qualcuno ha visto Dio
e se il mondo ha ragione,
allora il matto sono io.

Ma poi arriva l'alba e mi brucia gli occhi
e ciò che mi manca mi chiama per nome,
questa città che fa di giorno
quello che la notte non vuole vedere,
tu dimmi che non sono perduto
anche se mi sono perso,
dimmi che non sono perduto
anche se mi sono.

In mezzo alla notte
c'è un buio profondo,
c'è l'inizio di tutto
e c'è la fine del mondo.
In fondo a ogni notte
qualcuno ha visto Dio
e se il mondo ha ragione,
allora il matto sono io.

In mezzo alla notte
c'è un buio profondo,
c'è l'inizio di tutto
e c'è la fine del mondo.
In fondo a ogni notte
qualcuno ha visto Dio
e se il mondo ha ragione,
allora il matto sono io.


cantante: Jack Jaselli


(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)



venerdì 26 gennaio 2018

MANOSCRITTO TROVATO IN UNA BOTTIGLIA (rubrica)

Manoscritto trovato in una bottiglia



Della mia patria e della mia famiglia ho poco da dire: una vita di traviamenti e il trascorrere  degli anni mi hanno allontanato dalla prima e straniato dalla seconda.
Una ricchezza ereditaria mi ha consentito di ottenere un'educazione non comune, mentre un'indole contemplativa mi ha concesso di fare un ordinamento sistematico alle cognizioni che i miei studi giovanili mi avevano permesso di accumulare. Fonte di somma gioia è stato per me sopra ogni altra cosa lo studio dei moralisti tedeschi, non per una mal consigliata ammirazione della loro eloquente follia, ma per la sicurezza che l'abitudine di una rigorosa meditazione mi ha consentito di scoprirne le falsità. Mi è stata spesso rimproverata l'aridità del mio genio; mi è stata imputata a delitto la mia mancanza d'immaginazione, e durante tutto il corso della mia esistenza sono stato segnato a dito per il pirronismo 

(dal nome del celebre filosofo scettico greco Pirrone, vissuto nel IV secolo a. C. Pirrone negava che l'uomo potesse possedere la verità. Secondo la sua dottrina, tutti gli esseri organizzati, nella natura, sono sottoposti a un rinnovamento continuo: è possibile, quindi, conoscerne soltanto le apparenze. Di conseguenza, il saggio non deve mai formulare giudizi; segue le apparenze senza proclamarle vere, e, nell'etica, cerca di raggiungere una felicità negatività, che Pirrone definisce assenza di dolore, o atarassia, la sola felicità a cui l'uomo possa aspirare).

delle mie opinioni. In realtà, una viva inclinazione verso la filosofia fisica ha, temo, offuscata la mia mente mediante un errore assai comune a questo secolo, intendo dire la consuetudine di mettere in rapporto gli avvenimenti, anche i meno suscettibili di tal possibile rapporto, con i principi di questa scienza; e, in fondo, nessuno potrebbe essere meno soggetto di me a lasciarsi fuorviare dagli austeri recinti della verità mediante l'allettamento degli ignes fatui (fuochi fatui) della superstizione.


tratto da: Racconti del terrore (di Edgar Alla Poe)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

martedì 16 gennaio 2018

CITAZIONE 088 (rubrica)

A Dolores O'Riordan

(R.I.P.)



Non c’è più bisogno di discutere,
ho dato tutto quello che potevo
ma mi ha lasciato così addolorata,
e quello che mi fa arrabbiare
è l’unica cosa che ho avuto.

Sapevo, sapevo che ti avrei perso,
sarai sempre speciale per me
e ricordo tutte
le cose che una volta abbiamo condiviso,
guardando film alla tv sulla poltrona del salotto.

Ma dicono che andrà per il meglio,
è stato tutto una perdita di tempo?
Perché sapevo, sapevo che ti avrei perso,
sarai sempre speciale per me.

Dimenticherò con il passare del tempo?
Mi dissi che ero nella tua mente.
Non c’è bisogno di discutere,
più nessun bisogno di discutere, 
non c’è più bisogno di discutere.
Speciale.


gruppo musicale: The Cranberries

(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

mercoledì 10 gennaio 2018

CITAZIONE 087 (rubrica)



Padre, dimmi, abbiamo ciò che ci meritiamo,
abbiamo ciò che ci meritiamo.
E sprofondiamo, sprofondiamo
ho detto che sprofondiamo,
sprofondiamo.

Lascia correre selvaggiamente i tuoi piedi
è arrivato il momento in cui tutti, oh, andiamo giù,
sì, ma per la caduta, oh, mia
hai il coraggio di guardarlo dritto negli occhi?

Perché loro vogliono farti correre indietro, indietro verso il buio,
sì, ti faranno sprofondare giù, giù fino a farti cadere
e ti faranno sprofondare giù, giù fino a quando non riuscirai ad andartene,
così non potrai strisciare più.

E sprofondiamo, sprofondiamo,
ho detto che sprofondiamo
perché andranno avanti a cacciarti, finché non cadrai.
Sprofondiamo.
Bambina,
bella, noi sprofondiamo,
e sprofondiamo, sprofondiamo,
ho detto che sprofondiamo,
sprofondiamo.


gruppo musicale: Kaleo

(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

sabato 6 gennaio 2018

VOGLIO UNA COPPA PIENA (rubrica)

Voglio una coppa piena sino all'orlo
e dentro annegarci l'anima:
riempitela di una droga capace
di bandire la donna dalla mente.
E non voglio dell'acqua poetica, che scaldi
i sensi al desiderio lussurioso,
ma una sorsata profonda
tracannata dalle onde del Lete,
per liberare con un incanto il mio
petto disperato dall'immagine
più bella che gli occhi miei festanti
videro, intossicandone la mente.

È inutile - mi perseguita struggente
la dolcezza di quel viso.
Lo sfavillo del suo sguardo splendente -
e quel seno, terrestre paradiso.



Mai più felice sarà la vista mia,
ché ha perso il visibile ogni sapore:
perduto è il piacere della poesia,
l'ammirazione per il classico nitore.

Sapesse lei come batte il mio cuore,
con un sorriso ne lenirebbe la pena,
e sollevato ne sentirei la dolcezza,
la gioia, mescolata col dolore.
Come un toscano perduto in Lapponia,
tra le nevi, pensa al suo dolce Arno,
così sarà lei per me in eterno
l'aura della mia memoria.


tratto da: Keats (poesie)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)