martedì 26 settembre 2017

CITAZIONE 081 (rubrica)



Dev'essere nella tua pelle che sto affondando,
dev'essere reale perché adesso posso sentirlo
e non mi preoccupo
del fatto che non sia il mio modo di essere,
non è il momento di domandarsi.
Tutto è diventato bianco
e tutto è grigio.
Alcuni momenti ci sei, altri no
io non voglio questo,
ricorda che
non dimenticherò mai dove sei.
glicerina, glicerina.

Non sono mai solo,
sono sempre solo,
sei tu quella
oppure menti?
Viviamo in una ruota
dove tutti scivolano
ma quando ci alziamo è come un campo di fragole.


Se ti ho trattata male...
tu mi spacchi la faccia,
non ti potrei amare di più,
hai un sapore stupendo,
non lasciare scivolare i giorni.
Sarebbe potuto essere più facile per te,
non sono riuscito a cambiare sebbene avrei voluto,
sarebbe potuto essere più facile in tre,
la nostra vecchia amichevole paura, io e te,
glicerina.
Non lasciare passare i giorni...
Glicerina

Avevo più bisogno di te, quando ci volevamo di meno.
non sono riuscito a baciarti, solo passi indietro.
potrebbe essere
completamente chiaro.
Beh, va bene,
è solo uno dei miei nomi.
Non lasciare scivolare i giorni,
sarebbe potuto essere più facile per te,
glicerina.


gruppo musicale: Bush

(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

giovedì 21 settembre 2017

L'AQUILA E LO SCARABEO (rubrica)

L'aquila e lo scarabeo



Un'aquila dava la caccia a una lepre e questa, in mancanza di qualcuno che potesse aiutarla, appena vide uno scarabeo, l'unico essere vivente che la sorte mettesse sulla sua strada, lo supplicò  di soccorrerla. L'insetto le fece coraggio e quando vide l'aquila avvicinarsi si mise a pregarla di non portargli via la sua protetta. Ma l'aquila, piena di disprezzo per le sue piccole dimensioni, divorò la lepre sotto i suoi occhi. 
Da quel momento lo scarabeo, memore dell'offesa ricevuta, prese a sorvegliare giorno e notte i nidi dell'aquila e, ogni volta che quella deponeva le uova, librandosi in alto le faceva rotolare finché non si rompevano. Infine l'aquila, perseguitata dovunque, si rifugiò da Zeus (si tratta infatti di un uccello a lui sacro) e lo pregò di procurarle un luogo dove potesse covare in piena sicurezza. 
Zeus le permise di deporre le uova nel suo grembo, ma lo scarabeo, che aveva visto ogni cosa, formò una palla di sterco, si alzò in volo e, quando fu sopra il grembo del dio, la lasciò cadere. Zeus volle scuotersi di dosso lo sterco, ma, appena si alzò, inavvertitamente fece rotolare via le uova. Dicono che da allora nel periodo dell'anno in cui vivono gli scarabei le aquile non covano.
          
La favola insegna a non disprezzare nessuno, poiché non vi è chi sia tanto debole da non potersi un giorno vendicare, se offeso.


tratto da: Esopo - Favole

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

mercoledì 13 settembre 2017

QUANTO GARBO (2 di 2)

Quanto garbo. (parte seconda)



Devo dire che mi è sempre piaciuta molto questa cosa di te.
Questa cosa è quella di far sentire forti le persone insicure e,
dio-solo-sa quanta fatica facciano per mostrarsi vigorose
e quanti salti a piedi uniti
e spiegazioni interminabili
e timori di diventare un oggetto abbandonato per strada
e chiarificazioni lunghe come la relazione stessa
e bisogno di certezze laddove il terreno è scivoloso
e timidezza celata da muscoli tesi
e battutine per riempire le pause
e ricerca costante di riparo in una stretta di mano e un "Tutto ok?"

Un pochino mi spiace per tutta questa insicurezza ma,
come detto prima,
mi è sempre garbata questa cosa di te,
questa cosa è quella di dare sicurezza a chi fa Insicuro di secondo nome.


Luca L.

giovedì 7 settembre 2017

CITAZIONE 080 (rubrica)



Vinceremo, me lo sento.
Sono i nostri corpi a rendere tutto perfetto
e i tuoi occhi sanno farmi nuotare.
D'altronde, tutto sembra nuovo,
riesco a malapena a non parlare.
Mi piaci, a dir poco.

E i tuoi occhi dicono più di quello che possiamo fare noi
e sono più caldi dello sport che facciamo in camera da letto.
E le tue cosce sono baci che nascono fuori dal normale,
sono tutto ciò di cui ho bisogno.

Percorreremo insieme l’altra strada,
per poter inspirare qualcosa di più,
troverò sempre più difficile ignorare
le cose per cui ti voglio.
So che non lo vuoi,
adoro il fatto che tu sappia cantare.
La musica è stata l’inizio,
il ritmo è stato tutto quello che dovevo sentire,
una donna può curare il mio cuore.

Quando appoggio il mio orecchio al tuo petto
sento il ritmo iniziare.
È difficile distinguere i nostri battiti l’uno dall'altro
e quindi spero che, adesso, tu mi stia ascoltando
perché riesco a malapena a non parlare.
Quello che facciamo assieme potrebbe scaldare il sole.

Di notte, contorti e sciolti in una caduta,
dormo assieme ai tuoi artigli graffianti e alle tue parole,
dimostrami quello che provi e che vedi tutto ciò che vedo.

Percorreremo insieme l’altra strada,
per poter inspirare qualcosa di più,
troverò sempre più difficile ignorare
le cose per cui ti voglio.
So che non lo vuoi,
adoro il fatto che tu sappia cantare.
La musica è stata l’inizio,
il ritmo è stato tutto quello che dovevo sentire,
una donna può curare il mio cuore.


cantante: Chet Faker

(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)