venerdì 11 maggio 2012

LA PRIMA VOLTA CHE HO VISTO IL MIO QUASI COETANEO...

La prima volta che ho visto il mio quasi coetaneo Joel avevo ancora i capelli lunghi, eravamo entrambi studenti nello stesso Istituto. Un amico in comune ci ha presentato e, visto che eravamo in sezioni diverse, c'era solo l'intervallo per fare due chiacchiere di questo e quell'altro argomento. Joel per la mia memoria ha sempre avuto la testa rasata, fin dai tempi delle Scuole Superiori. La capigliatura non era la nostra unica differenza fisica, anzi, se ci mettevate di fronte, c'era da sudare inutilmente per trovare un punto in comune. A proposito, ci tengo a sottolineare: Scuola Superiore. Ci tengo perché nei libri che leggo e nei film che guardo sembra ci sia un unico e intero mondo popolato solo da liceali; come se nelle altre innumerevoli strutture scolastiche non esistessero presidi, insegnanti, bidelli, segretarie e studenti con buone prospettive per il futuro. Liceo classico, scientifico, artistico, musicale, scienza umane o linguistico poco importa. Ebbene, questa volta no. Sorpresa. Questa è l'inizio di una biografia dedicata a una persona che frequentava una banalissima Scuola Superiore senza titoli che però ha come sottotitolo: Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Turistici. Che poi, anche se i tuoi genitori fanno di te un sancarlino, le chiappette le appoggi come tutti su una sedia che scricchiola e le manine sul banco che traballa. Ah no? Non traballa e non scricchiola? Okay, davvero interessante. Comunque, torniamo alle cose importanti: Joel. Il momento di maggior legame tra noi è arrivato durante gli ultimi due anni, quando l'irrefrenabile voglia di migliorare il mondo diventava sempre più impellente. Il risultato fu la nascita di una lista studentesca, insieme c'era l'immancabile suo caro amico che ci aveva presentati e un'altra ragazza. Che quartetto ragazzi! Dovete credermi. Eravamo belli, anzi, fighi. Sì be' poi ci sarebbe anche da raccontare le elezioni vinte, la nomina a rappresentanti di Istituto (di punto in bianco amico di tutti), l'autogestione (oggi mi sarebbe toccato il compito in classe di geografia), le manifestazioni (guarda quella ragazza quanto è carina)… insomma, tutte cose di poco conto paragonate al fascino della nostra adolescenza, ai momenti trascorsi assieme. Perfino migliorare il mondo e pensare di cambiarlo non era più così importante in rapporto all'incanto e all'incoscienza della nostra tenera età. Così capita che il giorno del diploma viene vissuto come una giusta ricompensa più che un traguardo raggiunto. Poi arrivano gli anni dei lavori, dei viaggi di lavoro, di tempi liberi che diventano sempre meno liberi. Negli anni a seguire non l'ho visto tanto spesso Joel, c'era però il suo inseparabile amico che mi dava notizie e, per la maggior parte erano racconti incredibili, facevano ridere. Giuro, perché Joel è sempre stato un po' super, con quel suo fisico massiccio che ti viene voglia di chiamarlo per primo se devi traslocare. Per questo i parecchi eccessi di Joel - sotto una luce accesa per sbaglio - possono sembrare esuberanze dettate da tanti di quei sentimenti sommersi che solo lui può conoscere. A me ora resta solo il compito di concludere l'inizio della sua biografia, perché l'inizio è più bello della fine, perché Joel era molto di più di quello che ho scritto, perché mi sono davvero stancato di scrivere di lui al passato. E purtroppo oggi non è possibile fare altrimenti, perché oggi è giunta la notizia, perché il suo inseparabile amico mi ha chiamato e, stasera ci vedremo, e ricorderemo il nostro amico che ci ha salutati troppo presto.


"Buonasera, due birre grazie. A Jo."





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