lunedì 22 dicembre 2014

MA QUANDO LA CARRIERA... (rubrica)

Ma quando la carriera di Elaine aveva cominciato a decollare, era stato soprattutto grazie alla sua fame, in apparenza insaziabile, di mettere a nudo se stessa e, inevitabilmente, chi le stava vicino. Tutto questo aveva alimentato la reputazione di Elaine – e lei ormai era molto nota – di eccentricità e solipsismo. Alcune delle sue rivelazioni avevano iniziato a condizionare il loro matrimonio, perché per Charlie erano motivo di tensione e vergogna.

* * *
 

Non aveva bisogno di fingere di essere diverso dalla persona che Elaine stava ritraendo e, date quelle premesse, ogni successiva dimostrazione di sensibilità, intelligenza e competenza genitoriale sarebbe senz’altro apparsa stupefacente.
“Invece” disse “Qualche differenza c’è. Nel mio caso non esiste un’altra faccia della medaglia. Per esempio, non so… Ho davvero mandato affanculo sua sorella al battesimo di sua figlia. In chiesa. O forse l’altra faccia della medaglia è che di solito non mi comportavo così. È stato un episodio isolato”.



 
 
 
autore: Nick Hornby (Tutti mi danno del bastardo)
 
(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

martedì 16 dicembre 2014

CITAZIONE 035 (rubrica)



 Sono intorno a noi, in mezzo a noi,
in molti casi siamo noi a far promesse senza mantenerle mai se non per calcolo,
il fine è solo l'utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima,
l'imperativo è vincere e non far partecipare nessun altro,
nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro: niente scrupoli o rispetto verso i propri simili perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili.
Sono tanti arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti, sono replicanti,
sono tutti identici, guardali, stanno dietro a machere e non li puoi distinguere.
Come lucertole si arrampicano, e se poi perdon la coda la ricomprano.
Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno, spendono, spandono e sono quel che hanno.
Sono intorno a me ma non parlano con me. Sono come me ma si sentono meglio.
Sono intorno a me ma non parlano con me. Sono come me ma si sentono meglio.
E come le supposte abitano in blisters full-optional,
con cani oltre i 120 decibel e nani manco fosse Disneyland,
vivon col timore di poter sembrare poveri, quel che hanno ostentano e tutto il resto invidiano,
poi lo comprano, in costante escalation col vicino costruiscono:
parton dal pratino e vanno fino in cielo, han più parabole sul tetto che S.Marco nel Vangelo e
sono quelli che di sabato lavano automobili che alla sera sfrecciano tra l'asfalto e i pargoli,
medi come i ceti cui appartengono, terra-terra come i missili cui assomigliano.
Tiratissimi, s'infarinano, s'alcolizzano e poi s'impastano su un albero, boom!
Nasi bianchi come Fruit of the Loom che diventano più rossi d'un livello di Doom.

Sono intorno a me ma non parlano con me... Sono come me ma si sentono meglio...
Sono intorno a me ma non parlano con me... Sono come me ma si sentono meglio...

Ognun per sé, Dio per sé, mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica,
mani ipocrite, mani che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa pensano, si scandalizzano, mani che poi firman petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino,
mani che brandiscon manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli.
Quelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv,
che fanno i boss, che compran Class, che son sofisticati da chiamare i NAS,
incubi di plastica che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara ma l'unica che accendono
è quella che dà loro l'elemosina ogni sera,
quando mi nascondo sulla faccia oscura della loro luna nera.

Sono intorno a me ma non parlano con me. Sono come me ma si sentono meglio.
Sono intorno a me ma non parlano con me. Sono come me ma si sentono meglio.



cantante: Frankie hi-nrg mc

(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

mercoledì 10 dicembre 2014

LA CASA DI VIALE TIBALDI (rubrica)

 
 
 
 
La casa di viale Tibaldi al 4 mi si presentò con una facciata grigia e anonima, tre piani incastrati tra palazzi molto più alti e altrettanto incolori, ma dalla fessura che separava i due battenti del portone di legno e ferro battuto, incollando l'occhio potevo scorgere un piccolo parco nascosto nella corte interna.
Meccanicamente spazzolai con le mani l'abito buono cercando, senza riuscirvi, di scacciare la sensazione di inadeguatezza che mi stava tormentando. Avevo già lavorato per gente col portafoglio rigonfio, ma quello che, secondo Vale e il mio Socio, avrebbe dovuto essere il mio prossimo cliente, mi faceva sentire un po' come la piccola fiammiferaia in attesa dell'elemosina. Fosse stato per me, mi sarei tenuto alla larga da quel padrone delle ferriere, ma nessuno si era degnato di chiedere la mia opinione.


 
Autore: Sandrone Dazieri (Attenti al gorilla)

dalla rubrica: Il giusto degli altri

martedì 2 dicembre 2014

SI PRESENTA CON ALTRI (spot)

Sono stato invitato - con grande piacere - a partecipare a questo evento: BookCity Milano 2014.
Qui sotto potete trovare qualche informazione a riguardo.
BookCity Milano 2014
Parole su una città: nuovi autori per Milano. Con Sanja Lucic, Giuseppe Norbig, Francesco Bittasi
L’ironia e l’ideologia nella comunicazione e nelle relazioni fra chi vive e lavora a Milano.
La difficoltà nel raccontare questa città, con storie individuali che paiono traiettorie con poco domani.
La precarietà, i modi per superarla e/o vendicarsene, il nascere comunque di nuovi affetti qui e ora. Con quali e nuove parole è possibile narrare ancora Milano?


Con: Sanja Lucic, giornalista e scrittrice italo-serba; Giuseppe Norbig, giornalista e scrittore; Francesco Bittasi, regista teatrale e scrittore.


E con: (le attrici) Laura Tombini, Marta Shafik, Chiara Verzola e (il cantautore) Andrea Labanca.

 Via Sacco 14, 20146 Milano

I protagonisti
Giuseppe Norbig, Sanja Lučić, Francesco Bittasi

i libri degli autori presentati a BookCity
Giuseppe Norbig, Milanconia  - Edizioni del Gattaccio

Sanja Lučić, Ti disturbo?  - Edizioni del Gattaccio

Francesco Bittasi, Al punto che disturbi  - Edizioni del Gattaccio



_______________________________________________________


Chiudo questo spot-post con un breve estratto tratto dal mio libro:


Finalmente arriva il mio turno, appoggio accuratamente gli acquisti sul ripiano scorrevole come se fossero diamanti, sono sollevato al pensiero di colmare a breve la voragine nello stomaco.
Purtroppo c’è qualcosa che non funziona: una scia liquida ha bagnato parte della confezione di pasta e del pesce. Ho le dita umide, il polsino della camicia è bagnato, i nervi girano a mille fradici d’incazzatura.
La bottiglia perde acqua oligominerale.
“Questa non ci voleva!” supplico alla cassiera un appoggio morale, o preferibilmente un asciugamano.
“La vada a cambiare”.
Non ho mai digerito le persone che semplificano nei momenti inopportuni, mi agitano maggiormente. Vorrei vedere io, se fosse lei ad avere le mani bagnate, una fame da lupo e la cucina a cento metri di distanza.
“Non ci avevo pensato, sa!”
“Male” replica.
Ancor meno sopporto le persone che non colgono il sarcasmo.
Impugno la bottiglia e la scoperta è agghiacciante: l'acqua fuoriesce da un impercettibile foro situato vicino al tappo. Inizia a salire l’ansia.
Perché a me? E sì che sono stato battezzato!
La situazione è chiara, pur non lavorando nei R.I.S. è facile capire che potevo diventare un’altra vittima del folle criminale Acquabomber.
“È meglio se la dà a me signore”, starnazza la cassiera.
“Guardi che forse sarebbe il caso di portarla alla polizia”.
“Ci vuole denunciare perché si è bagnato i calzoni?”
“Intendo dire… probabilmente è stata bucata apposta con una siringa da qualche psicopatico. Non mi stupirebbe trovarci dentro tracce di ammoniaca o varechina”.
“Ma va là, non sia apprensivo”.
“Qui non si tratta di essere come dice lei, però ci vuole attenzione e prevenzione in queste cose”.
“Scommetto che lei è uno di quelli che ha smesso di mangiare il pollo per il virus dell'influenza aviaria?” a stento trattiene le risa.
“Il pollo lo mangio ogni giorno”, cioè, non proprio ogni giorno, ok, è da qualche anno che non lo compro, non vorrei… sapete… posso vivere bene anche senza… perché rischiare?!
“Se le interessa, c’è lo sconto sul pollame”.
Questa cassiera è pazza, a guardarla attentamente assomiglia alla signora della strage di Erba. Mio dio, è lei!
“Ascolti, un conto è essere apprensivo, un altro è quello di essere incosciente”.
“Certo”.
“Non mi assecondi per cortesia” preciso.
“Va bene”.
Ho le mani che puzzano di ammoniaca, oppure è un altro veleno, magari solo acqua, non riesco a capire; dovrei fissare una visita dal dermatologo.
Sono spaventato, lo sguardo docile della cassiera è inquietante, sorride o ghigna maleficamente? Da un momento all’altro giungerà anche suo marito. Tremo come un’antilope zoppa appena avvistata da un leopardo.
Nel frattempo alla cassa n°1 giunge un signore anziano, fresco e profumato di doccia sotto l'acqua di
colonia.
“Questa volta mi tenga il posto. Vado a prendere un’altra bottiglia e torno in un lampo” e le consegno l’ultima creazione di Acquabomber.
“Non si preoccupi” risponde operando al contrario.
Evidentemente le manca un filo conduttore tra parole e azioni. Questo spiegherebbe cosa la spinge a far passare il codice a barre di minestrine e adesivi per dentiera.