giovedì 27 giugno 2019

SE C’È QUALCOSA CHE (rubrica)

Se c'è qualcosa che rende sopportabili i ritardi negli aeroporti è la gente, questa curiosa razza spontanea affratellata dalla rabbia e dalla mancanza di difese che passate le prime ore perse si rilassa, mormora che bisogna far buon viso a cattivo gioco e si abbandona alle confidenze.
Durante uno di questi ritardi ormai abituali all'aeroporto di Madrid, vinta la voglia di fare del baccano inutile, decisi di schiacciare un sonnellino su una delle sue dure panche, disegnate da criminali della modernità.
Avevo appena chiuso gli occhi, quando una gomitata per nulla discreta me li fece riaprire.





"Un sorso?" chiese un uomo, di qualche anno più vecchio di me, offrendomi una fiaschetta rivestita di cuoio marrone.

Accettai.
Era un pezzo che non sentivo il sapore della caña, quel liquore proletario che non ha l'aroma dell'orujo né l'ardore della cachaça, ma che mi è sempre sembrato delizioso nei giorni piovosi di Montevideo.
Gli restituii la bottiglia e subito ci stringemmo la mano.


tratto da: Le rose di Atacama (di Luis Sepúlveda)
(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

venerdì 21 giugno 2019

OGGI

Oggi.



Oggi sei tutto quello che manca,
e non per fare il melenso ma, credimi,
ci sono giorni estivi che estivi non sono -senza te.

Oggi si porta dietro tutto ciò che era ieri, e l'altro ieri,
e non per fare lo scorpione ma, ahimè,
ci sono frasi che non mi sono mai andate giù.

Oggi è questo: guardare lo schermo e buttare giù due parole,
tanto per,
per dirti che qui, il pomeriggio è pieno di te. 



Luca L.

martedì 11 giugno 2019

CITAZIONE 112 (rubrica)



Quanto tempo, quanto tempo trascorrerò
separato dalla mia parte.
Io non
io non credo sia male,
taglia la mia gola,
è tutto ciò che ho,
ho sentito la tua voce attraverso una foto,
l'avevo trovata, ha riportato il passato
quando sai che non puoi mai tornare indietro.

Devo portarla da un'altra parte,
i secoli sono quelli che contano per me,
un cimitero dove ho sposato un ladro,
le strane cose non potranno mai cambiare la mente.
Devo portarla da un'altra parte,
portarla da un'altra parte,
portarla, portarla.

Quanto tempo, quanto tempo trascorrerò
separato dalla mia parte.
Io non
io non credo sia male,
taglia la mia gola,
è tutto ciò che ho,
riverso la mia vita in un bicchiere di carta,
il portacenere è pieno e sto raccontando le mie cose intime,
lei vuole sapere se è ancora una sgualdrina.

Devo portarla da un'altra parte,
una stellina scarlatta e lei è nel mio letto,
una candidata per la mia anima gemella ha sanguinato,
premi il grilletto e tira il filo.
Devo portarla da un'altra parte,
portarla da un'altra parte,
portarla, portarla.

Quanto tempo, quanto tempo trascorrerò
separato dalla mia parte.
Io non
io non credo sia male,
taglia la mia gola,
è tutto ciò che ho.
Eccitami, portami via per uccidermi,
sfiniscimi, lasciami da un'altra parte.
Lo urlo, lo dico che
non è mio amico,
lo butto giù, lo butto giù
e poi rinasce di nuovo.

Quanto tempo, quanto tempo trascorrerò
separato dalla mia parte.
Io non
io non credo sia male,
taglia la mia gola,
è tutto ciò che ho.
(Quanto tempo, quanto tempo)
Io non
io non credo sia male,
taglia la mia gola,
è tutto ciò che ho.


gruppo: Red Hot Chili Peppers
(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

martedì 4 giugno 2019

SLOAN AVEVA L'ARIA DI CHI ARRIVA AL BINARIO (rubrica)

Sloan aveva l'aria di chi arriva al binario ferroviario quando il treno è appena partito. 
Con stupore di Dennis, si mise all'inseguimento.
"Sentite" disse, "Perché non vediamo come va la Playhouse, prima di affrettare troppo le cose?"
La faccia di Sophie comunicava che questa proposta, pur avendo i suoi meriti, non soddisfaceva tutte le sue aspettative. Era straordinaria, pensò Dennis. Erano saliti da Sloan sperando di convincerlo a dare a un'attrice completamente sconosciuta e priva di esperienza il ruolo di protagonista nel programma della BBC che serviva da vetrina delle serie comiche, contro quasi tutte le attese avevano raggiunto l'obiettivo e adesso riusciva anche a fare un po' l'offesa.
Ma alla fine si rasserenò. Evidentemente era disposta a concedergli una chance.
"Vabbè, allora d'accordo" disse.




Dennis era troppo arrabbiato per rivolgerle la parola tornando giù. A lei non importava.
"Un giorno mi ringrazierai" gli disse.
"Perché mai dovrei ringraziarti di avermi fatto passare i quindici minuti più strazianti della mia vita?"
"Perché le ricompense saranno maggiori del dolore."
"Non basterebbe tutto l'oro del mondo."
"Qui non si parla di soldi, ti pare?" disse Sophie.
"No? E di che cosa si parla?"
"Non lo so ancora. E non lo sai neanche tu. Ah, e guarda che non ti ho ancora perdonato."
"Tu non hai perdonato me?"
"Sì, te. Te e quella cavolo di Marcia Bell."
"Hai intenzione di chiedere sempre così tanto?"
"Farai meglio a sperarlo" ribatté lei.


tratto da: Funny girl (di Nick Hornby)
(dalla rubrica: Il giusto degli altri)