lunedì 28 maggio 2012

COME NOI, CHE ORA SIAMO DUE IO



Come noi, che ora siamo due io. 
E poi altri voi, essi, quella e quello che proprio non te ne capaciti di come siano riusciti ad arrivare così vicini a te, e a te. Insomma, ci vuole una certa struttura - per non dire incoscienza - a verbalizzare il contorno e la cornice delle cose. Le chiamo 'cose' giusto per non essere troppo sciropposo. 
Che poi mi viene in mente quando ti amavo e non te l'ho mai detto. Che poi ripenso a quando ho smesso di amarti e sussurravo "Quanto t'amo." 
E oggi c'è da condividere uno zaino zeppo di ricordi.
Io questi ricordi li chiamo cianfrusaglie, perché sembrano come modellini impolverati che però buttarli dispiace, tutto sommato rievocano croci e delizie. Insomma, rievocano attimi che sarebbero da revocare. Per cui uno spazio si trova, un angolo c'è sempre. Lo stesso angolino da anni, decenni pronti per diventare grandi e farsi ventenni.
Lo zaino è sempre lì, dove lo abbiamo lasciato, immobile e ingannevolmente distaccato; come noi, che ora siamo due io. 
E poi altri voi...
Davvero, non per sembrare scorretto, però non me ne capacito per nulla, e tu? 
Già, immaginavo.




Luca L.

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