mercoledì 30 gennaio 2019

NON SO SE MI CREDERETE (rubrica)

Non so se mi crederete. 



Passiamo metà della vita a deridere ciò in cui altri credono, e l’altra metà a credere in ciò che altri deridono. 
Camminavo una notte in riva al mare di Brigantes, dove le case sembrano navi affondate, immerse nella nebbia e nei vapori marini, e il vento dà a i rami degli oleandri lente movenze di alga.
Non so dire se cercassi qualcosa, o se fossi inseguito: ricordo che erano tempi difficili ma io ero, per qualche strana ragione, felice. Improvvisamente dal sipario del buio uscì un vecchio elegante, vestito di nero, con una gardenia all’occhiello, e passandomi vicino si inchinò leggermente. Mi misi a seguirlo incuriosito. 
Andavo di buon passo ma faticavo a stargli dietro, perché sembrava che procedesse volando a un palmo da terra, e i suoi piedi non facevano rumore sul legno umido del molo. 
Il vecchio si fermò un attimo, tracciando in aria gesti con cui sembrava calcolare la posizione delle stelle. 
Poi annuì con la testa e prese a discendere una scalette che dal molo calava nelle acque scure.

- Si fermi signore – gridai – non lo faccia!


tratto da: Il bar sotto il mare (di Stefano Benni)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

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