sabato 6 maggio 2017

LUISA OSSERVA LO SQUALLORE (rubrica)

Luisa osserva lo squallore spietato della semiperiferia milanese: i marciapiedi e i palazzi intrisi di indifferenza pubblica e rinuncia privata al punto che ogni volta che ci passa attraverso non riesce a non farsene contagiare. È quella che Enrico chiama la sua "ipersensibilità autolesionista": le basta scorrere lo sguardo sulle facciate grigie per immaginarsi i suoni e gli odori dall'altra parte delle finestre, la luce debole e le polveri sospese che smorzano i colori in sfumature verdine e giallastre e rossicce nelle stoffe dei divani e dei copriletti, sui volti delle persone.
Si immagina risvegli tra brutti mobili impiallacciati, tazzine di caffè espresso amaro bevuto su tristi tavoli, discese in ascensori venati di profumi sgradevoli, manovre in automobili incrostate di smog, attese di autobus sovraffollati, percorsi estenuanti casa-lavoro, rapporti gerarchici odiosi, pettegolezzi e insistenze e slealtà tra colleghi, pasti trangugiati in piedi con posate di plastica da vaschette di rosticcerie impersonali, ritorni interminabili nel traffico quasi paralizzato, espressioni malate attraverso finestrini opachi, gesti nevrotici, dita nel naso, parolacce, finti sorrisi a labbra strette, pellegrinaggi affannati tra negozi che stanno per chiudere, abiti intrisi di ossido di carbonio e zolfo e piombo, televisori accesi su simulazioni di salotti animati da gestori di circhi e tenutarie di bordelli con i loro pagliacci e prostitute, cene desolanti a base di cibi surgelati e opinioni di terza mano e frammenti di frasi e gomiti sul tavolo e sguardi bassi alzati su rappresentazioni di vite più attraenti o accattivanti, notti senza ossigeno disturbate da cigolii di molle e ruggiti meccanici, marciapiedi domenicali percorsi a passi strascicati tra sputi e cacche di cane con in mano pacchetti di paste troppo dolci, pensieri indirizzati a partite di calcio o deludenti attività sessuali ispirate a video porno e a rubriche di consigli sulle riviste, equivoci sottoculturali e pressioni spietate del mercato.




tratto da: Giro di vento (di A. De Carlo)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

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