lunedì 26 ottobre 2015

DISTANTE UN TIRO DI FUCILE (rubrica)

Distante un tiro di fucile dal fiume che ancora sanguinava, in un posto che si chiamava Bélamas, una nebbia di fatica calò sugli occhi di Tourand, al trentaduesimo sorpasso, e l'automobile scivolò via di lato, come se volesse soltanto andarsene. 
Il bambino gridò, ma senza voce, solo la gola spalancata.
Allora il soldato Dupuy, in licenza, si gettò in mezzo, tra l'automobile e il bambino, giusto per inceppare la linea mortale che il caso stava disegnando e che andava da un mostro a un bambino. 
L'enorme cofano a conchiglia lo sollevò da terra come uno straccio, e prima di ricadere era già morto da eroe.
Deviata dal fantoccio soldato l'automobile si ritrovò in centro alla strada ma come un animale ferito impazzì definitivamente e tagliò di netto verso destra, precipitando cieca tra il pubblico, colpendo a caso.. Poi si seppe che era morto un uomo.
Ma i padri ancora portavano i figli, e le ragazze ridevano nervose muovendosi a gruppi, avanti e indietro, lungo il ciglio della strada. Alle botteghe si restava per ore sulla soglia, a scuotere la testa. E chi veniva a comprare si fermava, e guardava. 
Alcuni scalavano i campanili per vedere dall'alto, perché tutto, quel giorno, sembrava possibile.
Tre milioni di persone, si disse, allineate dalla meraviglia, e ipnotizzate dal miracolo.
Negli uffici di Parigi, a poco a poco, i cablogrammi disegnarono l'immagine di un lungo serpente che scendeva la Francia senza controllo, cieco di furore o di stanchezza, schizzando veleno a caso, esasperato dalla polvere a dal fracasso della gente.
Mentre sul tabellone di Madrid era ancora tutto un febbrile scivolare di cartelli, pulito e silenzioso, da cui nessuno avrebbe potuto evincere qualcosa d'altro che la giusta animazione di una gara e il fiero alternarsi di vicende sportive. 
Le bande provavano sotto il sole musiche d'ottone, e i primi a ballare ritrovavano passi imparati da bambini con cui assurgevano a inaspettata bellezza. Balleranno con noi, i cavalieri impolverati?, cosa dici, balleranno con noi?, ho giusto un fazzoletto che gli vorrei donare, e in serbo un bacio, da tener prezioso.




tratto da: Questa storia (A. Baricco)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

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