sabato 29 agosto 2015

HO SEMPRE AVUTO IL SOSPETTO... (rubrica)

Ho sempre avuto il sospetto che l’amicizia venga sopravvalutata. Come gli studi universitari, la morte o avere il cazzo lungo. 
Noi essere umani esaltiamo i luoghi comuni per sfuggire alla scarsa originalità della nostra vita. 
Ecco perché l’amicizia viene rappresentata con patti di sangue, lealtà eterne, e addirittura mitizzata come una variante dell’amore, più profonda del banale effetto di coppia. Eppure non dev’essere un vincolo tanto solido, se l’elenco degli amici perduti è sempre più lungo di quelli conservati. 
Il padre di Blas ci ripeteva sempre che la fiducia negli altri è un segno di debolezza, ma per lui ogni barlume di umanità era roba da checche. Colonnello della riserva con simpatie naziste universalmente note, non attribuivano grande valore alle sue opinioni.
L’amicizia mi è sempre parsa un cerino che è meglio spegnere prima di bruciarsi le dita, eppure quell’estate non avrei mai potuto concepire le giornate senza Blas, senza Claudio, senza Raúl. I miei amici.

***

L’estate è una stagione triste, in cui non cresce nulla. 
Chi non preferisce il mese di dicembre, nonostante l’amarezza che provoca la felicità altrui? Perfino la rinomata crudeltà di aprile è mille volte più stimolante. 
La canzone dell’estate è sempre la canzone più brutta dell’anno. L’amore estivo è un sottogenere dell’amore, del grande amore che non potrà mai avere luogo d’estate. 
Si parla di letture estive, notti estive, viaggi estivi, bevande estive, con un implicito senso di disprezzo. Il nostro amore non è fatto per l’estate. Il nostro amore non conosce vacanze.




Tratto da: Quattro Amici (David Trueba)

dalla rubrica: Il giusto degli altri

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