mercoledì 6 maggio 2015

DISCORSI BREVI SULLA RIFORMA DI FAVOLE E SOGNI (spot)




Discorsi brevi sulla riforma di favole e sogni
Progetto teatrale a cura di:
Francesco Bittasi, Armando Meroni e Salvatore Zeno
Scritto da:
Francesco Bittasi, Armando Meroni, Salvatore Zeno e Alessandra Lanza
Con: 
Claudia Cataldo, Adriano Cavicchia, Martina Gentilino, Alessandra Lanza, Nicoletta Marrini, Jacopo Odoni, Marta Shafik, Laura Tombini, Irene Venditti e Salvatore Zeno.

* * *
(parte del testo)
In questo preciso instante. Ora, non tra un po'. Ora.
Dovresti magicamente comparire di fianco a me, accanto a quel calorifero. 
E per una volta te ne stai zitto, e mi ascolti. 
Solo che - non so perché - dovresti materializzarti qui adesso. Per cui adesso ripeto il tuo nome e tu fai puf, e compari stupendo come solo tu puoi essere. 
È che sono fatta male: quando penso di esprimere una carineria, parto da lontano, molto lontano. Semino frasi, poi le coltivo e quando ho la parola giusta da dire è tardi. E probabilmente tu hai già detto – senza volerlo – una frase che a me ha dato fastidio. E allora poi mi fisso su quella sillaba, e non vedo più il seme, l’orto e il giardino delizioso che avevo in serbo per te.
È che sono fatta male. Ma vorrei essere fatta meglio. Però do il meglio di me quando sto così male. 
E allora adesso tu vieni qui. Vai vicino a quel vecchio calorifero, e ti becchi tutto quello che ho da dirti. 
Però se non vieni tutto verrà vanificato; e io domani rimetterò i miei panni di sempre, e tutto sarà come se mai avessi pensato di volerti nella mia stanza, appoggiato a quel calorifero arrugginito. E poi sono un po’ sbronza, colpa del secondo giro, oppure del chupito finale; me lo offre sempre il proprietario del locale. Io dico di no, lui insiste. Io dico no grazie, lui persiste. Io dico no dai grazie, e lui intanto versa il rum nel bicchierino. È che non mi piace il rum, mi fa schifo così liscio e poi… sto divagando! Stavo dicendo: muoviti ad arrivare qui! 
Altrimenti questo momento passa, e proprio in questo momento ho trovato le parole giuste da dirti, le ho qui con me, adesso e non posso perderle solamente perché tu non senti che ti sto chiamando. Non lo senti il battere del mio cuore? Non lo senti scandire il tuo nome? Quanto sei sordo?! 
Sei scemo. E sordo. E scemo.
Mi senti? Uffa.
È che domani mi sarò dimenticata queste quattro parole che ho in gola da dirti, da confessarti. E allora ho pensato di scriverti. E ti aspetto... sono tua, anche se come cavaliere, illusionista, principe azzurro sei una schiappa. E poi non dimenticare che sei sordo. Ah sì, questo te l’ho già detto.
foto scattata da: Fabio De Marco

Trailer:


video realizzato da: Marco Scotuzzi 


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