Le bugie sanguinano.
Sanguinano saltellando sui moncherini
con impossibili colpi di reni. Zoppicavano le bugie, e ora hanno tutt’e due le
gambe corte, perché qualcuno recidendo ha pareggiato un conto che già non
tornava, e che mai più tornerà. Ai piedi dei piedi mani maneggiano lame
inesauste. Le bugie nuotano nel proprio sangue quando non riescono più a
saltellare. La bugia allunga il naso per difendersi e trasformare un massacro
in duello.
Ma è ormai troppo tardi.
* * *
Verità entra e nuda si specchia.
Il naso lungo della bugia
tenta di aggrapparvisi penetrandola, per non annegare nel proprio sangue.
Verità infastidita si scrolla il naso dal pube e lo irride. Molto più
divertente dello specchio. Verità si inginocchia a guardare quel naso che
affoga nel sangue. Poi, quando verità si rialza, annoiata dal gioco, si torna a
specchiare. È strano, si scopre non nuda ma avvolta in abito rosso. Poi grida del
sangue che caldo la veste. Poi grida del colpo che un piede le mozza. E quando
la lama le taglia anche l’altro, lei cade. Saltella a forza di colpi di reni.
Vicino ai due piedi lo specchio si è infranto.
tratto da: Il senso della frase (Andrea G. Pinketts)
dalla rubrica: Il giusto degli altri
Nessun commento:
Posta un commento