martedì 26 giugno 2012

LO ASPETTI DA COSI' TANTO TEMPO CHE QUANDO ARRIVA NON SAI BENE COME SEDERTI



La aspetti da così tanto tempo che quando arriva non sai bene come sederti, e se sederti. 
O come stare in piedi senza però dare la minima idea di una persona che implora una poltrona. 
Così sbirci gli esseri umani sdraiati intorno a te, osservi di sfuggita i loro volti, ti focalizzi sugli occhi. Occhi stracolmi di pensieri che prima o poi saranno anche tuoi, e di chi di sta vicino. E possono raccontare storie che la tua penna preferita mai potrebbe, perché sono racconti silenziosi, comuni, perpetui. Così ti ritrovi perso a percorrere corridoi stretti come se fossi la pallina di un flipper. 
Sono luoghi senza sedie. 
Per un attimo devi metterti l'anima in pace e capire il prima possibile che non devi cercare una sedia, ma un modo comodo per stare in piedi. 
Ecco, prima lo capisci e meglio è. 
Ora sei abbastanza grande per comprendere e sentire l'odore della vita, quella vita lì, quella che ti racconta la vecchietta che abita da sempre al piano rialzato, quella che i film e i libri non riescono a narrare in maniera dettagliata. Non per mancanza di capacità dell'autore o dello sceneggiatore - senza offesa per nessuno - ma proprio non ci siamo, anzi, siamo proprio lontani dall'esserci. E il motivo è solo uno, e semplice: si scrive da seduti. E invece quella vita si trascorre in piedi, di corsa.


Luca L.


Nessun commento:

Posta un commento