venerdì 3 agosto 2018

CITAZIONE 098 (rubrica)

- Ciao Max,
questa è per te -

* * *



Ed è così
proprio come tu hai detto che sarebbe stato,
la vita è stata clemente con me,
la maggior parte del tempo.

Ed è così,
la storia più corta,
niente amore né gloria,
nessun eroe nei suoi cieli.

Non posso levarti gli occhi da dosso,
non posso levarti gli occhi da dosso,
non posso levarti gli occhi da dosso,
non posso levarti gli occhi da dosso,
non posso levarti gli occhi da dosso,
non posso levarti gli occhi.

Ed è così
proprio come tu hai detto che doveva essere,
dimenticheremo entrambi la brezza,
la maggior parte del tempo.

Ed è così,
l'acqua più fredda,
la figlia del vento,
l'alunna di rifiuto.

Non posso levarti gli occhi da dosso,
non posso levarti gli occhi da dosso,
non posso levarti gli occhi da dosso,
non posso levarti gli occhi da dosso,
non posso levarti gli occhi da dosso,
non posso levarti gli occhi, occhi, occhi.

Oh, ti ho detto che ti disprezzo?
Ti ho detto che voglio
lasciarmi tutto alle spalle?

Non posso smettere di pensarti,
non posso smettere di pensarti,
non posso smettere di pensarti,
non posso smettere di pensarti,
non posso smettere di pensarti,
non posso smettere
di pensarti, pensarti,
fino a quando non troverò qualcun altro.


cantante: Damien Rice

(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)


venerdì 27 luglio 2018

BUIO

Buio.
Ieri mi chiedevo: chissà se anche tu passi dei momenti dove a un certo punto diventa tutto buio, dentro e fuori di te. 
Come se qualcuno spegnesse la luce, anche se fuori splende il sole. 
Ti succede?
E quando ti capita cosa fai? 
Mi piacerebbe tanto saperlo. 
No perché quando accade a me, poi quel buio diventa tipo inchiostro nero che si espande senza trovare impedimenti. 
E va in ogni angolo, in ogni spiffero. 
E quando vedo tutto buio, il buio mi incatena, mi paralizza.

Penso che vorrei solo tornare indietro e prendere decisioni diverse. 
Oppure penso che vorrei solo andare velocemente avanti e immaginare che tutto si è risolto. 
Vorrei essere ovunque, tranne dove sono adesso. 
E dove sono adesso è dentro di me, nel buio più profondo.
E pare non esserci nulla che possa dare un minimo di luce.
E dio-solo-sa come vorrei che, a un certo punto, il buio fosse meno scuro quasi da poter intraveder l'ombra.



Buio.
A luglio.
Buio a ogni ora.

Ma certo che ci vediamo domani. E rideremo su qualche battuta.

Buio.
A mezzogiorno.
Buio.

E tu? 
Hai trascorso bene la giornata? 
Sei felice quando vai a dormire? Spero di sì.
Oppure ci sono pensieri che ti portano giù?
Non lo so mica io, non lo so più.
Io tutto ok, sono solo un pochino a fondo -ma conto di trovare il giusto corridoio che queste sabbie mobili sono un pochino noiose e ripetitive.

Bip Bip.
Ehi ciao,
tutto bene grazie.
A più tardi :-)


Luca L.



mercoledì 18 luglio 2018

CITAZIONE 097 (rubrica)




Sono un’autostrada a una sola corsia,
sono quello che si allontana
e poi ti segue fino a casa,
sono un lampione che illumina,
sono una luce accecante e luminosa
e si consuma solitaria

È in tempi come questi che si impara a vivere di nuovo,
è in tempi come questi che si dà e si dà ancora,
è in tempi come questi che si impara ad amare di nuovo,
è in tempi come questi, una volta e una volta ancora.

Sono un nuovo giorno che sorge,
sono un cielo nuovo di zecca
a cui si appenderanno le stelle stanotte,
sono un po’ diviso
dovrei restare, o scappare
lasciandomi tutto alle spalle?

È in tempi come questi che si impara a vivere di nuovo,
è in tempi come questi che si dà e si dà ancora,
è in tempi come questi che si impara ad amare di nuovo,
è in tempi come questi, una volta e una volta ancora.


gruppo musicale: Foo Fighters


(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

venerdì 13 luglio 2018

QUANDO TU (4 di 5)

Quando tu.



Quando ci stringiamo sul divano, in barba alla comodità,
quando giro per la città pur di tornare da te con un pensierino,
quando mi abbracci, parlando.

Quando sudiamo eppur non ci stacchiamo di un centimetro,
quando prendi il metro,
quando indossiamo le nostre scarpe preferite.

Quando si beve acqua con tale soddisfazione che il caldo diventa un parente lontano,
quando dormiamo insieme,
quando camminiamo mano nella mano.

Ecco, tutto questo è il meglio che c'è -per me,
e il venerdì è il giorno migliore della settimana.


Luca L.

giovedì 5 luglio 2018

ECCO, PER STILARE UNA CLASSIFICA (rubrica)

Ecco, per stilare una classifica, le cinque più memorabili fregature di tutti i tempi, in ordine cronologico:

1) Alison Ashworth
2) Penny Hardwick
3) Jackie Allen
4) Charlie Nicholson
5) Sarah Kendrew


Ecco quelle che mi hanno ferito davvero. 
Ci vedi forse il tuo nome lì in mezzo, Laura? 
Ammetto che rientreresti fra le prime dieci, ma non c’è spazio per te fra le prime cinque; sono posti destinati a quel genere di umiliazioni e di strazi che tu semplicemente non sei in grado di appioppare. Questo forse suona più cattivo di quanto vorrei, ma il fatto è che noi siamo troppo cresciuti per rovinarci la vita a vicenda, e questo è un bene, non un male, per cui se non sei in classifica, non prenderla sul piano personale. Quei tempi sono passati, e che liberazione, cazzo; l’infelicità significava davvero qualcosa, allora. Adesso è solo una seccatura, un po’ come avere il raffreddore o essere al verde. Se volevi veramente incasinarmi, dovevi arrivare prima.


tratto da: Alta fedeltà (di Nick Hornby)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

mercoledì 27 giugno 2018

CITAZIONE 096 (rubrica)



Ehi! Ho bisogno almeno di un motivo che mi faccia stare bene,
sono stufo dei drammi in tele, delle lamentele delle star in depre,
del nero lutto di chi non ha niente a parte avere tutto,
delle sere chiuso per la serie culto
della serie: "Chiudo e stiamo assieme, punto",
Soffiano venti caldi, siano rimasti in venti calmi
e sono tempi pazzi, fricchettoni con i piedi scalzi che diventano ferventi nazi,
fanno il G8 nei bar, col biscotto e il cherry muffin,
sono esilaranti nel ruolo di piedipiatti, Eddie Murphy.
Scusa non dormo sulla mia glock 17
sognando corpi che avvolgo come uno stock di cassette,
ora che mi fido di te come di chi fa autostop in manette,
scelgo un coro come Mariele Ventre
che mi faccia star bene sempre.

Con le mani sporche fai le macchie nere,
vola sulle scope come fan le streghe,
Devi fare ciò che ti fa stare
devi fare ciò che ti fa stare bene.
Soffia nelle bolle con le guance piene
e disegna smorfie sulle facce serie,
devi fare ciò che ti fa stare
devi fare ciò che ti fa stare bene.

Ehi! Ho bisogno almeno di un motivo che mi tiri su il morale
prima che la rabbia mi strozzi mentre premo sul collare,
pare che il “brutto male”' nasca spontaneo da un conflitto irrisolto,
vadano a dirlo a chi ha raccolto l'uranio del conflitto in Kosovo,
chi se ne sbatte di diete famose, di strisce nel cielo e di banche,
non vedo più ombre se accendo il mio cero al debunker,
non faccio come il tuo capo coperto di bende come Tutankhamon,
non vivo la crisi di mezza età dove “dimezza” va tutto attaccato,
voglio essere superato, come una bianchina dalla super auto,
come la cantina dal tuo superattico,
come la mia rima quando fugge l'attimo,
Sono tutti in gara e rallento, fino a stare fuori dal tempo,
superare il concetto stesso di superamento mi fa stare bene.

Con le mani sporche fai le macchie nere,
vola sulle scope come fan le streghe,
Devi fare ciò che ti fa stare
devi fare ciò che ti fa stare bene.
Soffia nelle bolle con le guance piene
e disegna smorfie sulle facce serie,
devi fare ciò che ti fa stare
devi fare ciò che ti fa stare bene.
Vuoi stare bene, stare bene.
Vuoi stare bene, stare bene.
Vuoi stare bene, stare bene.
Vuoi stare bene, stare bene.

Risparmiare metà della fatica,
cancellare metà della rubrica,
respirare soltanto aria pulita,
camminare verso la via d'uscita
mi farà stare bene.
Devi fare ciò che ti fa stare bene,
devi fare ciò che ti fa stare, ciò che ti fa stare
ciò che ti fa stare bene
mi farà stare bene.

Canto di draghi, di saldi e di fughe più che di cliché (ti farà stare bene),
snobbo le firme perché faccio musica, non défilé (ti farà stare bene),
sono l'evaso dal ruolo ingabbiato di artista engagé (ti farà stare bene),
questa canzone è un po’ troppo da radio, 'sti cazzi finché (ti farà stare bene)


cantante: Caparezza


(dalla rubrica: Citarsi è un po' deprimersi)

martedì 19 giugno 2018

LA PRIMA COSA A CUI SI ABITUARONO (rubrica)

La prima cosa a cui si abituarono fu il ritmo del lento passaggio dall'alba al rapido crepuscolo. 
Accettavano i piaceri del mattino, il bel sole, il palpito del mare, l’aria dolce, come il tempo adatto per giocare, un tempo in cui la vita era così piena che si poteva fare a meno della speranza. 
Verso mezzogiorno, quando i fiotti di luce scendevano quasi verticali, i colori vivaci del mattino si smorzavano, divenivano perlacei e opalescenti; e il calore, come se la maggior altezza del sole gli desse una forza maggiore, diventava violento e minaccioso come un colpo che bisognava evitare correndo a buttarsi giù all'ombra, magari a dormire. 



A mezzogiorno succedevano cose strane. 
Il mare lucente si alzava; si scomponeva in piani diversi, in maniera evidentemente impossibile; la scogliera di corallo e le poche palme nane che vi si aggrappavano nei punti più elevati, prendevano a galleggiare nel cielo, tremolanti, si separavano, correvano in giù come gocce di pioggia su un filo, si riverberavano in una strana successione di specchi. 
Talvolta emergeva una terra là dove terra non c’era, poi svaniva come una bolla di sapone sotto gli occhi dei bambini.


tratto da: Il signore delle mosche (di William Golding)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)