martedì 8 ottobre 2019

ERA UN PERIODO STRANO (rubrica)

Era un periodo strano, mezzo addormentato e mezzo convulso, attento e distratto e lento e vago; una specie di giuntura tra fasi diverse della mia vita, anche se non avrei saputo definire quale fase avrebbe dovuto concludersi né quale iniziare. 
E non ero mai stato molto pratico o mirato nelle cose che facevo, ma adesso mi sembrava di esserlo meno che mai; non riuscivo a vedere nessun collegamento tra una laurea in storia antica e un mio possibile ruolo nel mondo adulto, non riuscivi a distinguere nessun binario o strada o sentiero di capre abbastanza delineato da poterlo seguire con un minimo di fiducia.
Mi sembrava di avere avuto idee più chiare su quello che volevo fare quando avevo dodici o tredici anni, di essermi perso lungo il liceo e l'università in un territorio di parole e idee astratte, non-realistico, non-praticabile.



Andavo a caso in tante direzioni diverse in cerca di segnali, giravo su me stesso e tendevo le orecchie, tra lentezza e paura e semisordità ed elettrizzazione, troppa vista e troppo udito e noia e speranze spropositate, senso di soffocamento, senso di panico puro.
Questo era lo stato in cui ero quando ho conosciuto Misia Mistrani, e lei nell'arco di poche ore ha distrutto il mio equilibrio molto precario ed è sparita, e senza accorgermene mi sono ritrovato fuori dallo stagno, su un terreno molto più difficile e scomodo, dove non avevo la minima idea di come muovermi.


tratto da: Di noi tre (di Andrea De Carlo)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

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