giovedì 20 luglio 2017

PER ESSERE BEN VISTI E CONSIDERATI (rubrica)

Per essere ben visti e considerati, bisognò sbrigarsi alla svelta a diventare buoni amici dei borghesi perché quelli, nelle retrovie, man mano che la guerra andava avanti diventavano sempre più viziosi. L'ho capito sùbito tornando a Parigi e anche che le loro donne avevano il fuoco al culo, e i vecchi delle fauci grosse così, e le mani dappertutto, sui culi, nelle tasche.
Si ereditavano combattenti dalle retrovie, s'era imparata in fretta la gloria e i modi giusti di sopportarla con coraggio e senza dolore.
Le madri, un po' infermiere, un po' martiri, non lasciavano più i loro lunghi veli scuri, e nemmeno il diplomino che il Ministro gli faceva consegnare per tempo da un impiegato del Municipio. 
Insomma, le cose si andavano organizzando.
Durante dei funerali di classe, uno è anche molto triste, ma pensa comunque all'eredità, alle vacanze imminenti, alla vedova che è carina, e che ha del temperamento, dicono, e a vivere ancora, tu, proprio tu, per contrasto, molto a lungo, a crepare mai, forse... Chi lo sa?
Quando vai dietro a una sepoltura, ti fanno tutti delle grandi scappellate. 
Quello fa piacere. 



Allora è il momento di comportarsi bene, di avere l'aria a posto, di non scherzare ad alta voce, di rallegrarsi nell'intimo. È permesso. 
Tutto è permesso, nell'intimo.
In tempo di guerra, invece di ballare nell'ammezzato, si ballava in cantina. 
I combattenti lo tolleravano, e, meglio ancora, gli piaceva. Lo chiedevano appena arrivati e nessuno trovava indecenti questi modi. È il coraggio che in fondo è indecente. 
Fare i coraggiosi col proprio corpo? Chiedete un po' anche al verme di essere coraggioso, è roseo, pallido e molle, come tutti noi.


tratto da: Viaggio al termine della notte (Louis-Ferdinand Céline)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)

Nessun commento:

Posta un commento