giovedì 25 giugno 2015

CAMMINANDO NEL FREDDO (rubrica)


Camminando nel freddo, guardavo Roby sbuffare nuvole di fiato condensato.
“Fai delle nuvole enormi” ho detto, così tanto per dire. Lui mi ha guardato, ma uno sguardo strano che non gli avevo mai visto, come il modo in cui ti guarda qualcuno che la sa molto più lunga di te, ma non vuole fartelo capire per non metterti a disagio.
“Non dire cazzate” ha detto.

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Ha fatto uno dei suoi sorrisi; e io, rassicurato, sono tornato a guardare gli altri. Ma ho visto una cosa con la coda dell’occhio: ho visto che, appena ho girato lo sguardo, il sorriso di Vanessa è scomparso in modo repentino, come quando le annunciatrici in tivù credono di non essere più inquadrate, e si tolgono il sorriso della buonasera cambiando completamente faccia.

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Ho lanciato un’occhiata a Roby ma lui non mi guardava, beveva e chiacchierava con Giulio allo stesso modo di prima, quando l’avevo visto da lontano. Era come guardare le fotografie di una vacanza che i tuoi amici hanno fatto senza di te, e rendersi conto che si sono divertiti nonostante la tua assenza. Se anche io non fossi stato lì, Roby avrebbe bevuto e chiacchierato nell’identico modo, Fabri avrebbe proposto lo stesso brindisi, nessuno avrebbe detto o fatto qualcosa di diverso. Era una scena indipendente da me.


tratto da: Il mondo senza di me (Marco Mancassola)

(dalla rubrica: Il giusto degli altri)


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