mercoledì 4 giugno 2014

PER ORA NOI LO CHIAMEREMO MONDO (Migrador Museum)

Ho una storia per "Migrador Museum".
È una storia di immigrazione raccontata dal futuro.
È la storia di SAVERIO XKEY. 
"Per ora noi lo chiameremo Mondo".



Saverio Xkey
NAZIONALITA': Bastrax
CATEGORIA: Famiglia

Per ora noi lo chiameremo Mondo

Che silenzio che c’è qui. Che pace. Anni luce lontano da tutto. Qui, senza rumori, è facile ricordare.
La prima volta che mi hanno portato a vedere la galassia Trek-Brek avevo 8 anni, ai tempi ci volevano circa sei ore di viaggio per raggiungerla. Oggigiorno - come alcuni di voi ben sapranno - a bordo della navicella di ultima generazione, in un paio d’ore si è arrivati. Che roba!
Ora di anni ne ho 28. Ed è tanto tempo che non passo da queste parti per ammirare il grande insieme di stelle. Ebbene, oggi ho deciso di venire qui perché ho avuto una grande notizia, una di quelle notizie che ti cambiano la vita, radicalmente, definitivamente; o così almeno dicono.
Ed eccomi qui. Io. La galassia Trek-Brek. I miei pensieri, quello che ero, quello che sono e quello che sarò.
Ma facciamo un passo indietro. Mi chiamo Saverio e sono un meticcio duepuntozero, come direbbe qualcuno. Cosa significa essere un meticcio duepuntozero?
Provo a spiegarvelo.
I miei genitori sono alieni, entrambi nati a Bastrax, un pianeta che si trova non troppo distante dalla Terra. Si sono conosciuti per caso (per chi crede alle casualità) o per destino (per chi crede al fato) durante un viaggio interstellare con finalità culturali, con partenza da Bastrax e arrivo in una minuscola nazione terrestre denominata Italia; famosa per i monumenti e le opere d’arte che conserva. Un volta conosciuti, non si sono più lasciati.
Decisero successivamente di vivere sul pianeta Terra, perché a Bastrax non ci sono molti posti di lavoro. Il Paese è molto piccolo, oserei dire microscopico e quasi impercettibile. Ci abitano circa ventimila anime. Non è facile viverci, fa sempre freddo, si va dai meno quaranta gradi in inverno, ai meno dieci gradi in estate. Poi - problema non da poco - c’è pochissimo lavoro, e quel poco che c’è, è già occupato. Per questo i miei genitori non hanno esitato troppo a trasferirsi sulla Terra, precisamente in EuropAfrica.
Poi sono arrivato io.
Sono nato sul pianeta Terra, e quindi mi considero terrestre a tutti gli effetti. Anche se ogni tanto qualche terrestre non perde tempo a precisare che non lo sono al 100%, perché mio padre è un extraterrestre, mia madre pure, e questo fa di me un q.s., ovvero: un quasiterrestre.
Mi spiace deludere questi signori che puntualizzano, ma non la penso per nulla in questo modo. Dato che sono nato e cresciuto qui, sulla Terra, per me è naturale sentirmi un terrestre. Mi pare talmente ovvio il ragionamento che, mi sorprendo ogni volta che sento blaterare personaggi di rilievo che rivendicano la loro identità terrestre solo per contrastare quella extraterrestre, e mai per esprimere un naturale legame con questo pianeta che sarebbe più che giustificato, oltre che poetico.
Dallo statunitense al brasiliano, passando per lo spagnolo e l’algerino, oppure l’islandese e il russo, l’iraniano e il polacco, attraverso il rumeno e l’indiano, e poi ancora il cinese e il vietnamita, o il giapponese e l’australiano… Molti sono spaventati, come se si sentissero a priori minacciati dagli alieni, come se gente come i miei genitori fosse venuta sulla Terra per portare via qualcosa che gli appartiene per natura, e non per condividere e magari perché no, ampliare l’orizzonte, allargare il cosmo, conoscere meglio l’universo.
È ineluttabile l’esistenza di qualche problema tra i diversi pianeti e i rispettivi abitanti; però in queste righe non voglio dilungarmi e scrivere degli aspetti negativi dei rapporti tra abitanti dell’Universo, di accoglienza ed extraimmigrazione se ne parla pure troppo, e ci sono persone più competenti di me per farlo; nelle sedi opportune. La mia opinione a riguardo? In qualità di figlio di migranti interstellari posso solo dire che possiamo tranquillamente vivere tutti insieme in questo Universo, se alla base c’è il rispetto per l’altro, e questo vale per entrambe le parti. E sapete cosa vi dico? Che nonostante le innegabili difficoltà, io resto fiducioso, conservo molta speranza nella convivenza pacifica fra tutti gli abitanti del cosmo; e se un giorno diventasse realtà, sarebbe un bel vivere.
Per oggi concludo qui, con questo slancio d’ottimismo verso il terrestre e l’extraterrestre. E mi viene da sorridere pensando a vecchi documentari girati a Bastrax, quando decenni e decenni fa ci si chiedeva se oltre ai bastraxeresi ci fosse qualche altra forma di vita.
Siamo tutti extra qualcosa.
Per qualcuno sei extraterrestre e per qualcuno d’altro sei extrabastraxerese. Insomma, punti di vista. Poi ci sono io, e quelli nella mia condizione, ovvero: figli di altragenerazione. E tra i punti di vista differenti tra loro, tra opinioni dissonanti, a me sembra proprio di vederci chiaro.E poi ai giorni nostri si può ammirare la Trek-Brek. Volete mettere che spettacolo di ammassi stellari, gas e polveri!
A proposito, che silenzio che c’è qui. Che pace. Anni luce lontano da tutto. Qui, senza rumori, è facile ricordare.

Oggi sono venuto ad ammirare questa meraviglia di galassia per un motivo preciso, ho appena ricevuto una bellissima notizia, la mia compagna incinta mi ha comunicato il sesso di nostro figlio: un maschio. Sarà un’altra generazione ancora, nipote di alieni e figlio di un meticcio duepuntozero e di una terrestre. Chissà come sarà bello. Un figlio, che emozione. Lo chiameremo Mondo, e ai nostri occhi sarà sempre più piccolo di quello che in realtà è.




Migrador Museum.
Fondatore, direttore editoriale e communication coordinator: Martino Pillitteri
www.migradormuseum.it

Link: http://www.migradormuseum.it/IT/racconti/SaverioXkey


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