mercoledì 30 marzo 2016

QUINDICIMILA. E DUECENTO.




Oggi - relativamente oggi - sono quindicimila visite.
Questo blog comincia a diventare grande, un ometto.
Questo blog, il mio blog, è come un quindicenne che non ha tempo da perdere.
Curioso, continua a correre a cadenza irregolare; e nella propria irregolarità, trova la personale consuetudine, quotidianità.
Ormai le visite sono diventate giornaliere, e devo ammetterlo, è proprio piacevole dedicargli tempo, e righe, e lettere e stralci di vita rubati alla memoria. Perché il tempo dedicato qui, è senza dubbio tempo dedicato a me. E a lui, e a lei; che sono parte di me.
Per cui: "Grazie per le quindicimila visite raggiunte."

Per festeggiare, condivido il post che ad oggi è stato letto più volte.
Eccolo:

Essere un pesce fuor d'acqua. Questo ho pensato e questo penso quando mi ritrovo - fortunatamente spesso e volentieri - a fare due ciance con un mio amico. L'amico lo chiamerò: Pesce (fuor d'acqua). Essere un pesce fuor d'acqua non è uno stile di vita, un ideale, uno status symbol, una presa di coscienza, un modo di essere. Non è nemmeno un qualcosa che si decide di essere o di diventare. 
Tu che vivi sulla terra non puoi capire, senza offesa, ma proprio per te è incomprensibile. Pesci fuor d'acqua si nasce, e si impara a convivere con se stessi; se credi di farne parte dovresti intravedere una boccia di vetro alle tue spalle, ecco, se la vedi e non riesci (soprattutto non puoi) ad afferrarla è tutto a posto. 
Il pesce fuor d'acqua non vive, sopravvive, anche se apparentemente sembra stare bene. Il fatto di apparire come una persona che diffonde benessere è un'aggravante non di poco conto. In realtà soffre, si dimena in reti non visibili all'occhio umano e forse nemmeno a quello meticoloso dei più arguti esseri viventi (falco compreso).
Il mio amico Pesce non fa distinzioni riguardo acque dolci o salate, non è questo il problema, magari fosse questo il problema, pagherebbe fior di quattrini per far in modo che sia questo il problema. È avvolto dall'immateriale, per cui: la quotidianità, gli stessi problemi, i sentimenti e le azioni ben poco hanno da spartire con le cose materiali, già, perché il Pesce (fuor d'acqua) vive galleggiando, per l'appunto. Il fatto è che non galleggia in mare, nel lago o fiume che sia. È però capace di volare, se vuole, e di far volare gli altri che gli stanno intorno; però devi essergli amico, amico per davvero, mica così per riempire il tempo mentre aspetti il tram o l'appuntamento successivo. Non illuderti, il mio amico Pesce se ne accorge se stai bluffando, tranquillo, non è vendicativo, a meno che non appartenga al segno zodiacale dello scorpione.
Ma poi parliamoci chiaro, così vuoi capire tu, tu che non sei un pesce fuor d'acqua... cosa ne sai di essere sempre in minoranza rispetto a quello che ti circonda, e di essere l'unico quando ti approcci con la minoranza. 
Beato te, e stanne fuori credimi; che essere un pesce fuor d'acqua è come essere estremamente bello o estremamente brutto. Ci nasci. E puoi riconoscere un Pesce (fuor d'acqua) da un particolare: hanno occhi grandi e bellissimi e, proprio come i pesciolini, sembrano privi di palpebre.
Capisci cosa sto dicendo? Sì?! Urca! Mi spiace, ehm no, son contento, no... insomma. Okay, fantastico! 
Siamo meno soli, questo mi consola. Ci vediamo domani, al solito posto, appena fuori dall'acqua e mai troppo coi piedi per terra. Se non ci vediamo? 
Sai che ci sono, che esisto, e questo dovrebbe rallegrarti. Uh. Come è piacevole vederti sorridere.



Luca Lama

(Grazie.)



Nessun commento:

Posta un commento