mercoledì 3 febbraio 2016

IL SENSO DELL'ABBANDONO- LAVORATIVO

Il senso dell'abbandono- lavorativo.



"Che senso ha?"
"Cosa?"
"Il senso dell'abbandono, intendo quello lavorativo".

Ci abbiamo speso fogli e fogli per decifrare la giusta sensazione, la frase a effetto, la corretta chiusura.
Nulla di fatto.
Finché non è successo a te. 
Allora hai capito che il senso dell'abbandono ti ha pervaso, completamente.
E no, non c'entra niente l'amore. 
E nemmeno le relazioni di coppia/fraterne/amichevoli.
Il senso dell'abbandono, intendo quello lavorativo.
Potrebbe essere un buon titolo per raccontare una storia. La storia di persone che perdono il lavoro, e di altre che vengono lasciate a casa. Di posti di lavoro che spariscono in 24 ore. Alcuni se ne accorgono subito e cercano un riparo, altri ci mettono notti e notti a rendersene conto. 
Be', questa è la tua umile storia, messa nel calderone assieme ad altre milioni, e non c'è stato nulla di speciale in questo addio; forse perché già annunciato, forse perché necessario, forse perché quando si dà dieci e si ottiene uno... forse forse è ora di dire "Ciao ciao" senza polemica. 
Una sola frase ti viene in mente, è una citazione:
I giorni in cui dimentico sono finiti, stanno per cominciare i giorni in cui ricordo (pulp fiction).

Ecco, è il riassunto perfetto di questa storia.
Perché lo so che tra cinque mesi verrai a suonare il campanello, verosimilmente prima riceverò una e-mail. Per non creare equivoci, io andrò a pescare quella frase Pulp, e non risponderò, né richiamerò. Perché è ora di basta.
Ehi, amici come prima. Sono sempre la stessa io, quella del primo giorno, forse con una gonna al posto dei jeans.

Il senso dell'abbandono. 
Vai a vedere che alla fine sono stata imprevedibile e chiarissima... mah, nel caso, dimmelo pure; che oggi sono finiti i giorni un cui mi offendo facilmente.


L. Lama

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