lunedì 9 dicembre 2013

CITAZIONE 018 (rubrica)





Mi sono rotto il cazzo 
degli esperimenti del frequentiamoci ma senza impegno,
stiamo insieme ma non vediamoci che poi ho paura;
anzi, vediamoci quanto ci pare ma vediamoci in compagnia.
Mi sono rotto il cazzo dei codardi con l'amore degli altri,
mi sono rotto il cazzo perché poi non si dorme più, si sta svegli finché non muore la speranza;
maledetta stronza che non muore mai, mentre io vorrei dormire.
Mi sono rotto il cazzo di questa città,
degli aperitivi a dieci euro, del clima di terrore a gratis;
dei giovani di sinistra, arrivisti, bugiardi, senza lode,
gente che in una gara di idiozia riuscirebbe ad arrivare secondo.
Mi sono rotto il cazzo di quelli che vogliono andare un anno all'estero
ma prima tre mesi da cameriere, così guadagno qualche soldo;
svegliati stronzo che sono trent'anni che mamma ti mantiene e le dispiace pure che vai a fare il cameriere.
Mi sono rotto il cazzo delle signorine che vogliono fare un sacco di cose
ma non ne sono in grado e se ne accorgono tardi,
e allora 800 euro per la reflex, 200 per yoga e 300 per i peli del culo e 600 d'affitto per emanciparsi.
Mi sono rotto il cazzo della puzza di piscio delle zone industriali,
della puzza di industria dei giardini pubblici;
di tutti a lavoro in auto, una persona per auto per finanziare meglio l'Eni.
Mi sono rotto il cazzo della critica musicale,
non siete Lester Bangs, non siete Carlo Emilio Gadda,
si fa fatica a capire cosa scrivete, bontà di dio, avete dei gusti di merda;
c'avete rotto il cazzo etichette indipendenti, con 400 euro ti registro il disco in casa, 
suona bene, lo metti su Vimeo, fai girare la voce, tra un anno Acocella e tra due anni a fare il benzinaio.
Mi sono rotto il cazzo che se vince la sinistra vince la droga
e mai che mi invitino a un festino.
Mi sono rotto il cazzo del più grande partito riformista d'Europa,
del facciamo quadrato nel grande centro nei girotondi,
del partito dell'amore, del governo ombra, di chi si difende dai processi e non nei processi,
dei militari nei giardini pubblici a fare la guardia a chi piscia il cane;
mi sono rotto il cazzo della sicurezza come fiera della forca
e del fascino della divisa, sarebbe bello bruciassero meno fabbriche e crollassero meno scuole
e scippassero più vecchiette.
Mi sono rotto il cazzo di c'è la crisi c'è la crisi, da domani acquisto solo cacciabombardieri,
è un po' di tempo ormai che vendiamo solo sangue e compriamo solo merda.
Mi sono rotto il cazzo che bisogna essere lavoratori flessibili, 
come ergastolani in tournée ma molti più sorridenti;
dei fascisti col culto del corpo che diventano campioni di greco-romana
e poi fanno gli agguati ai ragazzini di notte, in cinque contro uno.
Mi sono rotto il cazzo che non sono d'accordo con te
ma morirei affinché tu possa dire la tua stronzata,
che poi i nazisti sono giovani che amano la politica,
i comunisti prendono a modello Cristo,
mentre i preti contestualizzano bestemmie, e nella guerra per la pace vince da sempre il voto moderato.

Fate una cosa bella ma bella davvero,
la prossima volta che dite una stronzata, ammazzatevi da soli.

Mi sono rotto il cazzo anche di me stesso
che mi conosco fin troppo bene e ho ancora tutta la vita davanti,
che cazzo faccio da qui fino alla pensione, che poi mica me la danno,
e comunque non avevo le carte.

Mi sono rotto il cazzo anche di te
che per fortuna non ti conosco e forse sei la speranza,
giuro che se ti incontro, giuro che se ti incontro,
finisce male.



gruppo musicale: Lo Stato Sociale

(dalla rubrica: citarsi è un po' deprimersi)

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